Pandemia La Svizzera di nuovo accusata di blocco all'OMS su brevetti farmaci

sn, ats

23.4.2021 - 14:46

Public Eye accusa la Svizzera di opporsi alle eccezioni sui brevetti in un progetto di risoluzione all'OMS per uno strumento di condivisione del know-how e della proprietà intellettuale sui farmaci contro il coronavirus.
Public Eye accusa la Svizzera di opporsi alle eccezioni sui brevetti in un progetto di risoluzione all'OMS per uno strumento di condivisione del know-how e della proprietà intellettuale sui farmaci contro il coronavirus.
Keystone

Public Eye accusa la Svizzera di opporsi alle eccezioni sui brevetti in un progetto di risoluzione all'OMS per uno strumento di condivisione del know-how e della proprietà intellettuale sui farmaci contro il coronavirus.

Keystone-SDA, sn, ats

I membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stanno negoziando un progetto di risoluzione lanciato alla fine del 2020 da dieci Paesi africani per promuovere l'accesso alle conoscenze farmaceutiche e ai diritti per la produzione decentralizzata di medicinali in risposta alla pandemia. Si fa riferimento a un'iniziativa del Costa Rica del maggio 2020 per la condivisione volontaria dei brevetti, sostenuta da 40 Paesi nessuno dei quali ha importanti aziende farmaceutiche.

Secondo i documenti di lavoro sul progetto di risoluzione, rivelati oggi online da Public Eye, la Confederazione, che inizialmente era affiancata da altri Paesi come gli Stati Uniti, è ora l'unica ad avere un riserbo sul riferimento in questione. «Questa testardaggine dimostra fino a che punto la Svizzera ufficiale difende gli interessi dei giganti farmaceutici» per mantenere il controllo sulla produzione di farmaci, nota dice l'ONG in merito alla risoluzione che dovrà essere approvata all'Assemblea Mondiale della Sanità a maggio a Ginevra.

Public Eye vede una contraddizione nella posizione svizzera, dato che Berna si è detta favorevole a dei meccanismi di condivisione volontaria: un approccio che è precisamente previsto dall'iniziativa costaricana.

Nel 2019, decine di ONG, tra cui Medici senza Frontiere (MSF), avevano già preso di mira l'atteggiamento elvetico sui farmaci all'Assemblea mondiale della sanità. Berna era riuscita a diminuire l'effetto di un progetto di risoluzione sulla trasparenza nel mercato farmaceutico.

Di fronte al coronavirus, la Svizzera è uno degli attori che presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ancora si oppongono a delle eccezioni per sospendere i brevetti sui medicinali e sulle tecnologie; eccezioni reclamate da molti Paesi e ONG come MSF o da Gino Strada fondatore di Emergency. Una nuova riunione questa settimana non è riuscita a ridurre gli ostacoli a un consenso, secondo una fonte vicina ai colloqui commerciali a Ginevra.

La nuova direttrice generale della WTO, Ngozi Okonjo-Iweala, sta cercando una via di mezzo. L'ambasciatore svizzero presso l'organizzazione per le regole del commercio globale, Didier Chambovey, ha più volte affermato che le aziende farmaceutiche non dovrebbero essere dissuase dall'investire nella ricerca di nuovi farmaci. La Confederazione, come altri Paesi, preferisce le licenze volontarie concesse dai gruppi farmaceutici stessi.