Votazione del 9 giugno I sostenitori della Legge sull'energia: «Ci renderà meno dipendenti dall'estero»

cp, ats

4.4.2024 - 11:02

I sostenitori della legge sull'energia in rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari (da sin.): Roger Nordmann (PS), Aline Trede (Verdi), Beat Rieder (Centro), Jakob Stark (UDC), Jacqueline de Quattro (PLR),Jürg Grossen (Verdi liberali).
I sostenitori della legge sull'energia in rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari (da sin.): Roger Nordmann (PS), Aline Trede (Verdi), Beat Rieder (Centro), Jakob Stark (UDC), Jacqueline de Quattro (PLR),Jürg Grossen (Verdi liberali).
Keystone

Si affilano le armi in vista della consultazione del 9 giugno: i sostenitori della Legge federale sull'energia hanno dato il «LA» oggi alla campagna di votazione per sostenere un progetto che, a loro parere, ci renderà meno dipendenti dall'estero.

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Davanti ai media, questa ampia alleanza – cui fanno parte circa 110 parlamentari e numerose organizzazioni economiche e ambientali – ha sostenuto che la legge su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili non comporterà alcun costo aggiuntivo per i cittadini, preservando nel contempo i diritti dei Comuni. Avrà inoltre il compito di sviluppare rapidamente le energie rinnovabili nel rispetto del paesaggio e dell'ambiente.

Per i «senatori» Jakob Stark (UDC/TG) e Beat Rieder (Centro/VS), il disegno di legge sottoposto al giudizio popolare rappresenta una soluzione pragmatica, un tipico compromesso elvetico, che rafforzerà la produzione di corrente indigena, specie idroelettrica e solare, in particolare nei mesi freddi, agendo anche da stabilizzatore dei prezzi. Quando l'elettricità abbonda, i prezzi sono automaticamente bassi, ha spiegato Stark.

Di conseguenza, la Svizzera sarà in grado di approvvigionarsi di una quantità maggiore di energia propria e di ridurre la sua dipendenza dall'estero, specie di gas. Il consigliere nazionale Roger Normann (PS/VD) ha fatto notare che solo l'anno scorso, le importazioni ci sono costate la bella somma di 22 miliardi di franchi.

I sostenitori della legge sono inoltre convinti che il crescente fabbisogno di elettricità dovuto alla diffusione di pompe di calore o dei veicoli elettrici potrà essere soddisfatto dalle energie rinnovabili locali. Con lo sviluppo dell'energia idroelettrica e dei progetti solari ed eolici, ha spiegato dal canto suo la consigliera nazionale Aline Trede (Verdi/BE), acceleriamo inoltre la svolta energetica.

Diverso il parere della Fondazione Franz Weber, sostenuta da altre organizzazioni, che ha lanciato un referendum racimolando oltre 63 mila adesioni. Gli oppositori considerano il progetto una minaccia per la protezione della natura e del paesaggio poiché faciliterebbe il disboscamento e l'installazione di pannelli solari nei pendii alpini.

Critiche rintuzzate quest'oggi dai sostenitori. Beat Rieder e Roger Nordmann hanno sostenuto che il fotovoltaico in montagna gode di un forte sostegno popolare: su 32 progetti in corso a livello nazionale, in particolare in Vallese e nel canton Berna, solo 8 sono stati bocciati dai comuni interessati, ha affermato Nordmann. Oltre l'80% dei progetti previsti sarà installato su infrastrutture esistenti, compresi tetti e facciate, ha aggiunto Aline Trede, secondo cui il fotovoltaico è in piena espansione nel nostro Paese e va per questo assecondato.

La legge sull'elettricità non danneggerà nemmeno la natura e il paesaggio visto sono stati posti dei paletti precisi, ha affermato Trede, aggiungendo di non capire come si possa contrari a questo progetto di legge.

L'alleanza riunisce rappresentanti di tutto lo spettro politico, dai Verdi al PS, dal Centro all'UDC, con quest'ultima però divisa al suo interno. Benché la maggioranza dei membri del più grande partito svizzero abbia votato recentemente contro il progetto, alcuni suoi illustri rappresentanti, come Stark, lo sostengono attivamente.

Quest'ultimo, tuttavia, ha approfittato dell'occasione odierna per ribadire che è necessario anche riflettere su altre tecnologie che non generano emissioni nocive, come il nucleare, dal momento che la legge in questione garantirà l'approvvigionamento solo fino al 2040.

Gli obiettivi della legge

Come accennato, uno degli obiettivi del pacchetto di misure sottoposto al voto è rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento durante la stagione invernale: entro il 2040 bisognerà aumentare la produzione di corrente da rinnovabili di almeno sei Terawattora (TWh). Di questi, almeno due TWh dovranno essere disponibili in modo affidabile (leggi: idroelettrico).

Più in generale, 35 TWh di elettricità dovranno essere prodotti nel 2035 utilizzando energie rinnovabili – l'energia idroelettrica esclusa – e 45 TWh nel 2050. Le esigenze per l'idroelettrico sono fissate a 37,9 TWh e 39,2 TWh.

Per riuscirci il Parlamento ha deciso che i grandi impianti idroelettrici, fotovoltaici, eolici e di pompaggio-turbinaggio potranno essere costruiti più facilmente. Essendo ora dichiarati di interesse nazionale, avranno, a determinate condizioni, la priorità sulla tutela della natura e del paesaggio. Se gli obiettivi non verranno raggiunti, anche gli impianti più piccoli potranno ottenere gli stessi privilegi.

Tutela della natura

Non potranno tuttavia essere realizzate nuove infrastrutture nei biotopi di importanza nazionale o nelle riserve di uccelli acquatici e migratori, ad eccezione dei nuovi margini proglaciali e delle pianure alluvionali alpine.

Come noto, sono previsti anche una quindicina di progetti di centrali idroelettriche, peraltro già definiti da una tavola rotonda. Fra di loro figura l'innalzamento della diga del Lago del Sambuco in Valmaggia con l'annesso l'ampliamento della centrale di Peccia. Durante le discussioni il Parlamento ha anche aggiunto l'impianto Chlus, in Prettigovia (GR).

Pannelli e deflussi residuali

Per quanto attiene al fotovoltaico, il parlamento ha rinunciato all'obbligo generalizzato di installare pannelli sui tetti o le facciate. Inizialmente il Nazionale voleva un obbligo generale (ossia tutti i nuovi edifici che si prestano e quelli che subiscono ristrutturazioni importanti), ma vista l'opposizione degli Stati ha deciso di limitare tale vincolo agli immobili nuovi che hanno una superficie al suolo superiore a 300 metri quadrati.

Per quanto riguarda i deflussi minimi, le Camere hanno deciso che l'allentamento delle prescrizioni in materia di deflusso residuale per le centrali idroelettriche sarà possibile solo in caso di penuria.