9 giugno Per gli oppositori la Legge sull'energia causerebbe la «distruzione del paesaggio»

bt, ats

16.4.2024 - 15:16

I contrari alla legge hanno lanciato oggi a Berna la loro campagna per il no.
I contrari alla legge hanno lanciato oggi a Berna la loro campagna per il no.
Keystone

Qualora superasse lo scoglio delle urne il prossimo 9 giugno, la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro porterebbe alla distruzione del paesaggio e indebolirebbe i diritti democratici.

16.4.2024 - 15:16

È la posizione della fondazione Franz Weber e del cosiddetto comitato per la natura, che hanno lanciato oggi la loro campagna di opposizione all'oggetto sul quale si voterà fra meno di due mesi.

Stando agli scettici, la transizione energetica non deve andare a scapito della natura e della democrazia. A loro giudizio, la legge sull'energia oltrepassa una linea rossa: facilita il disboscamento delle foreste, consente la devastazione dei paesaggi e la distruzione dei biotopi protetti. Verrebbe inoltre limitata la sovranità di popolo, cantoni e comuni.

Secondo i favorevoli al no, esistono alternative per attuare questa transizione e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico. Bisognerebbe ad esempio risparmiare energia e sfruttare il potenziale degli impianti fotovoltaici sugli edifici e sulle infrastrutture esistenti.

La legge sull'energia è stata approvata dal Parlamento nella scorsa sessione autunnale. Combattuta da un referendum lanciato da alcune organizzazioni a tutela dell'ambiente (tante però, vedasi WWF e Pro Natura, la appoggiano), intende promuovere la produzione di corrente da fonti rinnovabili, aumentare la sicurezza delle forniture durante la stagione invernale e ridurre il consumo di elettricità.

Per i suoi sostenitori, la costruzione di parchi solari nelle Alpi è necessaria. In caso contrario, si verificherebbero strozzature, aumenti dei prezzi dell'elettricità sino ad arrivare a possibili blackout.

L'Ufficio federale dell'energia (UFE) afferma che tali impianti produrrebbero in inverno il doppio rispetto a installazioni simili in pianura, ma costerebbero il triplo. «Si paga di più per rovinare il paesaggio, anche se ci sono opzioni migliori», ha protestato nel corso di una conferenza stampa a Berna Pierre-Alain Bruchez, membro del comitato referendario.

«La biodiversità non deve essere sacrificata in modo miope in nome della protezione del clima», ha rincarato la dose davanti ai media Peter Lüthi, ex coordinatore regionale del WWF grigionese.

La legge stabilisce poi che la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile ha la precedenza su tutti gli altri interessi nazionali. Il Consiglio federale avrebbe il potere di abbreviare determinate procedure di autorizzazione, bypassando le votazioni comunali, ed eventuali ricorsi sarebbero impossibili.

«Si tratta di un disprezzo per la democrazia a livello federale, cantonale e comunale», ha commentato in tal proposito Hans Weiss, co-fondatore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio.

bt, ats