La modifica della legge sul cinema, sottoposta oggi al giudizio del Sovrano, dovrebbe essere approvata. È quanto dicono le prime proiezioni nazionali e i dati parziali in arrivo dai cantoni.
Keystone-SDA, fc, ats
15.05.2022, 12:53
15.05.2022, 13:08
SDA
La prima proiezione divulgata dall'istituto demoscopico gfs.bern per la SSR indica che la cosiddetta Lex Netflix dovrebbe essere approvata dal 58% dei cittadini che si sono recati alle urne.
Un «sì» convinto giunge da Ginevra: in base ai dati del voto per corrispondenza, la legge è accettata dal 74,4% dei votanti. Sempre in base al voto per posta, anche Basilea Città approva la riforma (65,8% di «sì").
Un «sì» dovrebbe uscire dalle urne anche a Zurigo: in base alle stime pubblicate dalla cancelleria, la revisione legislativa dovrebbe essere approvata dal 53,3% dei votanti. Risultati parziali danno i favorevoli davanti anche nei cantoni Grigioni, Neuchâtel, Vallese e Lucerna.
Il progetto in votazione
In base alla nuova legge, le piattaforme online dovranno versare ogni anno – come fatto già da decenni le emittenti svizzere – almeno il 4% del fatturato lordo per la produzione di pellicole «made in Switzerland». La norma obbliga inoltre le piattaforme di streaming a proporre almeno il 30% di serie o film prodotti in Europa.
Anche le emittenti straniere che trasmettono finestre pubblicitarie rivolte al pubblico svizzero dovrebbero contribuire alla pluralità dell'offerta cinematografica. La modifica legislativa prevede che possano partecipare direttamente alle produzioni svizzere o versare una tassa sostitutiva per la promozione del cinema nazionale.
Stando alle stime dell'Ufficio federale della cultura, in questo modo ci sarebbero ogni anno 18 milioni di franchi in più per la creazione cinematografica indigena. Con la revisione governo e Parlamento vogliono favorire l'industria locale: una quota dei proventi realizzati dalla piattaforme rimarrà infatti in Svizzera.
Il referendum è stato lanciato dalle sezioni giovanili dell'UDC, del PLR, dei Verdi liberali e da diversi esponenti del Centro, spalleggiati dall'associazione svizzera delle televisioni private e da Suissedigital, l'associazione che riunisce gli operatori via cavo.
Dal loro punto di vista la Lex Netflix introduce nuove tasse danneggiando in particolare i consumatori, obbligati a finanziare controvoglia un settore che già gode di un importante sostegno pubblico. La revisione rappresenta anche un attacco alla libertà economica.