Asilo e giustizia Nipote cresciuto come un figlio, no ad asilo

ATS

14.5.2020 - 13:48

Il Tribunale amministrativo federale non ha ribaltato la decisione.
Il Tribunale amministrativo federale non ha ribaltato la decisione.
Source: KEYSTONE/ENNIO LEANZA

Hanno cresciuto il nipote come un figlio, ma non potranno farlo venire con loro in Svizzera: il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha respinto la richiesta presentata da una coppia di richiedenti asilo siriani.

Nato nel 2002 e con la madre handicappata, il piccolo non ha mai conosciuto il padre e dalla nascita era stato affidato agli zii. Costoro sono stati ammessi in Svizzera a titolo provvisorio nel 2014 e hanno chiesto che il ragazzo fosse a sua volta accolto nell'ambito del ricongiungimento familiare.

Dopo diverse peripezie il giovane, che inizialmente viveva presso i nonni nel Kurdistan iracheno, è finito in Libano. Lì nel 2019 l'ambasciata elvetica ha rifiutato il visto, sostenendo che il 17enne non si trovava in una situazione di urgenza.

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) – che in un primo tempo aveva accettato di finanziare il volo fra Beirut e la Svizzera, visto che gli «zii-genitori» sono in assistenza – ha confermato il rifiuto dell'accesso nella Confederazione. Anche perché – hanno argomentato i funzionari bernesi – non esiste un legame di filiazione e non vi sono giudizi che provano il trasferimento dell'autorità parentale.

In una sentenza pubblicata oggi il Tribunale amministrativo federale conferma la decisione della SEM. Stando ai giudici di San Gallo non è dimostrato che il giovane corra un rischio rimanendo in Libano e la concessione di visti umanitari è sottoposta a requisiti che nel caso concreto non sono adempiuti.

Il TAF non vuole inoltre sostituirsi alle autorità siriane riconoscendo un diritto di filiazione che non è confermato da alcun documento ufficiale. Non vi sono nemmeno testimonianze scritte che la madre biologica abbia rinunciato ai suoi diritti, fa presente la corte. Questa è la parola fine del caso: non è infatti possibile alcun ricorso al Tribunale federale.

(Sentenza F-3408/2019 del 27 aprile 2020)

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