Alloggi privati per rifugiati «Non sempre andrà come in una famiglia allargata»

Di Andrea Moser

3.4.2022

Dall'inizio della guerra quasi 22'000 persone sono fuggite in Svizzera dall'Ucraina.
Dall'inizio della guerra quasi 22'000 persone sono fuggite in Svizzera dall'Ucraina.
KEYSTONE/Jean-Christophe Bott

Molte economie domestiche svizzere si sono dette disposte ad accogliere i rifugiati ucraini. Ma i rappresentanti cantonali avvertono: non ci si deve aspettare una convivenza armoniosa come in una famiglia numerosa.

Di Andrea Moser

3.4.2022

Ogni giorno circa 1'000 rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina raggiungono la Svizzera. Se ricevono lo status di protezione S, vengono trasferiti ai Cantoni. E poi inizia la ricerca di un posto dove stare. La solidarietà è grande, migliaia di persone mettono a disposizione alloggi privati. Quasi 30'000 famiglie si sono registrate presso l'organizzazione svizzera Campax e sono disposte a offrire un posto ai rifugiati.

Ma ci sono alcune cose da tenere ben presenti. I posti letto in un soggiorno su un divano letto, ad esempio, sono un tabù. Vengono infatti presi in considerazione solo le possibilità di alloggi con una propria stanza e una sufficiente privacy.

A confermarlo a blue News è Gundekar Giebel della Direzione Salute degli Affari sociali e integrazione del Canton Berna. «Nel caso di alloggi privati, ci deve essere una possibilità di ritiro per i rifugiati. Inoltre, deve essere garantito l'accesso ai servizi igienici e agli impianti di cottura».

Anche la dimensione della stanza gioca un ruolo. Nel canton Argovia, ad esempio, una stanza dovrebbe avere almeno sei metri quadrati di spazio vitale per persona. Il canton Sciaffusa invece richiede che la stanza sia disponibile solo per i rifugiati e deve essere chiudibile a chiave, ci dice Fabienne Erne, coordinatrice delle famiglie ospitanti nel Cantone.

Inoltre, chi accoglie dovrebbe essere consapevole del fatto che non offre ai rifugiati solo un posto dove dormire per alcuni giorni. «I rifugiati dovrebbero avere l'opportunità di rimanere in alloggi privati per almeno tre mesi», spiega Giebel. I tre mesi si applicano anche a Sciaffusa, «ma sei mesi sarebbero meglio, dato che non sappiamo come si svilupperà la situazione», illustra Erne.

Vivere insieme non sempre funziona senza intoppi

Chiunque immagini una convivenza armoniosa come in una famiglia allargata può rimanere amaramente deluso. Dal 2015 Fabienne Erne accompagna le famiglie ospitanti che accolgono rifugiati nel Canton Sciaffusa.

«Devi davvero fare i conti con il fatto che qualcun altro è in casa o nell'appartamento. Una cultura diversa, odori diversi, cibo diverso. Entrambe le parti hanno idee su come dovrebbe essere la convivenza. E in molti casi, questo risulta difficile». Ci vuole molta sensibilità, ma anche buone capacità di mediazione da parte del Cantone, che in caso di conflitto interviene.

Il Canton Berna presume inoltre che nel tempo possano sorgere tensioni tra famiglie ospitanti e rifugiati. La ragione è che a volte emergono alcune idee da parte di alcune famiglie ospitanti.

«Vuoi una convivenza senza problemi come in una famiglia allargata. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, questo non funzionerà, perché le culture sono diverse, così come i percorsi e l'esperienza di vita», afferma Giebel. Ciò potrebbe avere come conseguenza che si vuole cambiare di nuovo la situazione degli alloggi privati.

«Supponiamo che questo avvenga raramente nei primi giorni, ma piuttosto dopo qualche settimana». È quindi difficile avere dati quantitativi su quanto siano stabili e a lungo termine i collocamenti privati.

I rifugiati preferirebbero avere un posto loro

«Le famiglie ospitanti non sono la priorità per i rifugiati. Preferirebbero avere il loro appartamento», ci dice ancora Fabienne Erne. Tuttavia con le persone che sono state alloggiate presso famiglie ospitanti nelle ultime settimane sta andando tutto bene.

Finora in Svizzera sono stati registrati 21'700 rifugiati dall'Ucraina. 15'192 di queste persone hanno ricevuto lo status di protezione S, come ha annunciato venerdì su Twitter la Segreteria di Stato della migrazione (SEM).

Il numero di rifugiati registrati è quindi aumentato di 1131 rispetto al giorno precedente. Secondo i dati SEM, 1745 persone in più hanno ricevuto lo status di protezione S rispetto al giorno precedente.