SvizzeraIn Parlamento oltre un terzo dei mandati esterni è remunerato
nw, ats
24.10.2022 - 10:01
Oltre un terzo delle attività extraparlamentari dei consiglieri nazionali e agli Stati è pagato da imprese o associazioni. I deputati borghesi hanno decisamente più mandati rimunerati rispetto alla sinistra, mostra un'analisi di Lobbywatch.
Keystone-SDA, nw, ats
24.10.2022, 10:01
24.10.2022, 10:14
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La piattaforma per la trasparenza ha valutato per la prima volta il numero di mandati retribuiti in Parlamento, i partiti che ne approfittano e i rami che coinvolgono più politici per difendere i propri interessi. Lobbywatch è giunta così alla conclusione che il 37% degli impegni esterni dei parlamentari è indennizzato, si legge in un comunicato odierno che accompagna lo studio.
In seno al gruppo UDC, le attività rimunerate arrivano al 47%, nel Centro al 46%, mentre al terzo posto si piazza il PLR, con il 38% dei mandati. I Verdi liberali si fermano al 33%, i socialisti al 25% e i Verdi al 23%.
Imprese e associazioni del settore dell'energia sono quelle che rimunerano più spesso (60% dei mandati) i politici per posti nei consigli d'amministrazione o altri organi. Seguono economia e agricoltura (56%), trasporti (46%) e sanità (45%). Molto più in basso il settore ambientale (18%), la cultura (8%) e la politica/economia estera (3%).
L'analisi ha mostrato anche una disparità fra uomini e donne, con solo il 29% dei mandati a pagamento che riguarda donne, quando la loro quota totale in Parlamento è del 39%. Solo nei rami cultura e sicurezza sociale sono più numerose rispetto ai colleghi di sesso maschile.
Squilibrio massiccio
Secondo Lobbywatch, questa prima analisti mostra chiaramente che esiste uno squilibrio massiccio a livello di mezzi finanziari fra ambiti della politica federale. Non è però possibile fornire cifre esatte, poiché mancano disposizioni sulla trasparenza che permettano di stabilire gli importi precisi.
Si tratta di una lacuna evidente della Camere federali rispetto ai Parlamenti stranieri, sottolinea Lobbywatch. «Le regole di trasparenza esistenti non sono sufficienti, serve chiarezza sulle cifre delle indennità», ha sottolineato il co-presidente della piattaforma Thomas Angeli, citato nella nota.
Dall'inizio della legislatura in corso, i membri delle due Camere devono indicare quali sono i loro legami d'interesse rimunerati e volontari, ricorda l'organizzazione.