DiplomaziaPost censurato, la parola all'ambasciatore in Cina Regazzoni
nw, ats
18.2.2022 - 12:33
Le autorità cinesi hanno recentemente rimosso dal social Weibo un post dell'ambasciata svizzera su un avvocato per diritti umani scomparso. Contattato dalla RSI, l'ambasciatore Bernardino Regazzoni non ricorda episodi simili su pubblicazioni ufficiali di altri Paesi.
Keystone-SDA, nw, ats
18.02.2022, 12:33
18.02.2022, 14:12
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Ad ogni modo, «a dipendenza dei contenuti, certi messaggi non hanno lunga vita sui social media (cinesi, ndr). Non importa a chi è intitolato il canale», ha detto l'ambasciatore svizzero a Pechino.
La rappresentanza elvetica ha denunciato su Twitter l'episodio. «Nel momento in cui ci siamo resi conto che il contenuto era sparito da uno dei nostri social media cinesi, abbiamo ricordato la comunicazione che avevamo fatto. E ciò è stato notato da vari media», ha spiegato Regazzoni.
La reazione delle autorità svizzere non è causale, perché la Berna federale vuole dare sempre più importanza al rispetto dei diritti fondamentali: «La Svizzera ha fra le sue priorità di politica estera la promozione dei diritti dell'uomo nel mondo intero. Quindi anche in Cina. Da un lato ci sono interessi, dall'altro valori», ha sottolineato l'ambasciatore.
Post sparito in 24 ore
Il post pubblicato su Weibo – che è un po' l'alter ego di Twitter in salsa cinese – è stato censurato nel giro di 24 ore. L'ambasciata svizzera ha poi rilanciato il messaggio proprio su Twitter. In esso si vede una foto dell'avvocato, Tang Jitian, sparito dalla circolazione a dicembre poco prima di presenziare a una giornata in favore dei diritti umani a Pechino. La rappresentanza elvetica domandava di rivelare «immediatamente» la sua posizione.
Tang Jitian è stato arrestato diverse volte in patria e, secondo quanto affermato da lui stesso, torturato. Stando ad Amnesty International, insieme ad altri colleghi stava indagando su presunte confessioni strappate con la forza. Non è l'unico attivista per i diritti umani di cui si sono perse le tracce o che è finito in manette in Cina prima delle Olimpiadi invernali, attualmente in corso di svolgimento nel gigante asiatico.