Gigante giallo Posta: risentimento per esclusione lettere A da servizio universale

olpe, ats

24.2.2022 - 16:42

Il gigante giallo assicura che non intende rinunciare alla posta A. "Non è un'opzione percorribile".
Il gigante giallo assicura che non intende rinunciare alla posta A. "Non è un'opzione percorribile".
Keystone

La Posta si oppone all'esclusione delle lettere con affrancatura A dal servizio universale a partire dal 2030, come proposto in un rapporto pubblicato oggi da esperti di una commissione ad hoc.

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Rinunciare alla posta A «significherebbe non tenere conto delle esigenze della clientela», si legge in un comunicato del gigante giallo.

Il rapporto della Commissione di esperti sul servizio postale universale, presieduta dall'ex consigliera nazionale e agli Stati argoviese Christine Egerszegi (PLR), suggerisce che a partire dal 2030 le lettere dovrebbero essere consegnate solo a giorni alterni. Chiede anche di dare più importanza ai pacchi, mentre la consegna dei giornali non dovrebbe più essere una priorità.

In una reazione, La Posta «accoglie con favore l'avvio di un ampio dibattito sul servizio postale universale del futuro». Aggiunge che i vari punti sollevati saranno esaminati in dettaglio. Il direttore, Roberto Cirillo, si esprimerà in merito in una conferenza stampa in linea il 4 marzo.

Nel frattempo, il gigante giallo assicura che non intende rinunciare alla posta A. «Non è un'opzione percorribile (...). Impostare un invio e farlo recapitare nella cassetta delle lettere del destinatario il giorno dopo è un servizio molto apprezzato dai clienti privati e commerciali», si legge nella nota.

Rimanere il migliore al mondo

Per quanto riguarda i giornali, La Posta intende continuare a consegnarli. Ma a differenza della posta A, questo servizio non è redditizio. L'azienda ritiene quindi che dovrebbe spettare in particolare agli editori coprire il deficit se i giornali fossero esclusi dal servizio universale dal 2030. Il gigante giallo sarebbe obbligato a praticare prezzi di mercato. Spetterà al parlamento decidere.

In merito ai pagamenti (depositi e prelievi), per i quali la Commissione propone di mettere a concorso il servizio universale, La Posta e la filiale PostFinance ritengono che «è incontestabile che per il servizio universale nel traffico dei pagamenti sia necessaria una soluzione di finanziamento duratura. Questa deve necessariamente tenere conto delle interdipendenze tra la rete postale e il traffico dei pagamenti stesso».

Infine, La Posta riconosce la crescente importanza della logistica per i pacchi e il commercio in linea. In questo ambito, il documento della Commissione di esperti rafforza la sua strategia.

La politica deve ora decidere quali servizi digitali debbano essere inclusi nel servizio universale in futuro e quindi resi disponibili a tutta la popolazione allo stesso prezzo. «Si tratta di una discussione che chiedevamo da tempo», afferma Cirillo, citato nel comunicato. L'obiettivo dell'azienda è chiaro: «Rimanere la migliore Posta del mondo», si legge nella nota.

Timori sindacali

Il sindacato dei media e della comunicazione (syndicom) è allarmato dal rapporto. «Se le proposte della commissione fossero attuate, La Posta diventerebbe una Posta B e molti impieghi come postini sarebbero minacciati». Syndicom chiede anche che la Posta possa entrare nel mercato della concessione di crediti e si oppone a qualsiasi misura che porti allo smantellamento del servizio pubblico.

Anche il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) manifesta risentimento. Le proposte della commissione porterebbero a ulteriori tagli negli uffici postali. Invece delle circa 800 filiali che attualmente operano autonomamente, ne rimarrebbero solo circa 300, teme il SAB.

Pure l'Unione sindacale svizzera (USS) è corrucciata. «Troppe proposte mirano a ridurre il servizio pubblico, in particolare l'esclusione della posta A dal mandato universale», ha criticato il sindacato. Anche il divieto per PostFinance di essere una banca a tutti gli effetti, cioè di poter concedere crediti o ipoteche, non ha senso. «Sarebbe come vietare la farina in una panetteria».