PartitiMarcel Dettling è l'unico candidato alla successione di Marco Chiesa alla guida dell'UDC
mp, ats
22.1.2024 - 12:00
Marcel Dettling è l'unico candidato in corsa per la presidenza dell'UDC. Lo ha annunciato oggi in una nota il partito. Il consigliere nazionale svittese aveva guidato la campagna democentrista in vista delle elezioni federali di ottobre.
Keystone-SDA, mp, ats
22.01.2024, 12:00
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La «commissione cerca» dell'UDC si è detta lieta che Dettling si metta a disposizione per la presidenza del principale partito svizzero, viene precisato nel comunicato. Questa candidatura unica «testimonia la sua ampia accettazione all'interno del partito», ha aggiunto la formazione politica.
L'elezione del successore di Marco Chiesa avrà luogo il prossimo 23 marzo in occasione dell'assemblea dei delegati prevista a Langenthal (BE). Venerdì scorso scadeva invece il termine per l'inoltro delle candidature.
La commissione terrà ora «le consuete discussioni» con Dettling e procederà a dei chiarimenti. Presenterà poi una proposta al comitato direttivo del partito.
Il 42enne Dettling, agricoltore di professione, è membro del Consiglio nazionale dal 2015. Fa inoltre parte del comitato direttivo del partito dal 2018 ed è vicepresidente dell'UDC dal 2022. Lo svittese era considerato il favorito ed è stato il primo ad annunciarsi ufficialmente per la carica.
Dal canto suo, Marco Chiesa aveva comunicato alla fine dell'anno scorso l'intenzione di non ripresentarsi per un nuovo mandato. In quell'occasione, il «senatore» ticinese aveva detto di ritenere compiuta la missione che si era prefissato, dopo aver guidato con successo l'UDC alle ultime elezioni federali.
Un appuntamento con le urne che ha permesso ai democentristi di conquistare uno dei migliori risultati della loro storia.
La settimana scorsa, lo stesso Chiesa ha annunciato che si candiderà per un seggio in Municipio a Lugano.
L'obiettivo del 49enne è di consolidare i tre seggi della lista Lega-UDC nell'esecutivo cittadino. Chiesa ha inoltre precisato che in caso di elezione non rinuncerebbe alla poltrona appena confermata al Consiglio degli Stati.