SvizzeraI ricercatori non vedono la SSR in concorrenza con le emittenti private, ecco perché
ev, ats
21.10.2024 - 11:56
La maggioranza della popolazione non si informa esclusivamente con i contenuti della SSR, ma li abbina a quelli dei media privati.
21.10.2024, 11:56
21.10.2024, 12:27
SDA
È quanto rileva nel suo annuario sulla qualità dei media l'Istituto di ricerca di opinione pubblica e società (Fög) dell'Università di Zurigo.
In base a quanto riportato oggi dal Fög, il 61% degli utenti della SSR consuma anche media privati, mentre questi ultimi vengono utilizzati solo dal 38% delle persone che non si serve di programmi di informazione della SSR.
Fög raccomanda una maggiore cooperazione tra media pubblici e privati. Questo per contrastare le piattaforme tecnologiche che sottraggono gran parte della pubblicità online, ma anche per rafforzare il sistema mediatico svizzero rispetto ai fornitori di intelligenza artificiale (IA).
Tuttavia, i media raggiungono sempre meno persone: il numero che non si informa in Svizzera è infatti salito alla quota record del 46%. Sebbene la qualità dei media sia complessivamente buona, essi hanno un problema di copertura.
La situazione finanziaria tesa ha portato a una concentrazione dei contenuti, viene sottolineato. Nelle comunicazioni regionali, ad esempio, i contributi vengono utilizzati da più media. Fög ritiene problematica un'ulteriore perdita di diversità a livello locale e regionale, a causa del numero ridotto di notiziari quotidiani.
«Echo der Zeit» in cima
Fög attribuisce la migliore qualità ai programmi radiofonici e televisivi della SRF, rispettivamente con 7,7 e 7,5 punti, su una scala che va fino a 10. La trasmissione radiofonica «Echo der Zeit» si piazza al primo posto con 8,1 punti, davanti a «Rendez-vous» (7,9 punti). Con 6,4 punti la televisione privata si è classificata alla pari dei giornali in abbonamento online.
I giornali tabloid e dei pendolari con rispettivamente 4,6 e 5 punti occupano gli ultimi posti. Tuttavia, lo studio prevede miglioramenti a lungo termine in ambito di rilevanza e diversità, dato che vengono pubblicate più notizie di grande interesse. Questo grazie ai cambiamenti giornalistici che si concentrano maggiormente sulla qualità.
Il 57% non pagherebbe nulla per online
Trovare utenti pronti a pagare per il giornalismo online sembra difficile: il 57% degli intervistati ha dichiarato che non pagherebbe nulla. Un altro 35% sarebbe disposto a mettere sul piatto meno di 10 franchi al mese. Il prezzo mediano degli abbonamenti online, secondo lo studio, è di 18 franchi al mese.
Gli intervistati – con 7 punti su una scala fino a 10 – si fidano maggiormente dei notiziari della SSR. Seguono Le Temps e NZZ con rispettivamente 6,8 e 6,6 punti. All'altra estremità vi è il Blick con 5 punti, allo stesso livello di GMX e Yahoo News.
L'annuario dei media viene pubblicato dal 2010, con lo scopo, secondo Fög, di approfondire il dibattito sulla qualità dei media e promuovere la conoscenza dei risultati del giornalismo d'informazione nella società.