Svizzera Un'alleanza di donne borghesi dice «sì» alla riforma dell'AVS

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4.7.2022 - 10:27

Il miglioramento della situazione non è legato all'età in cui si smette di lavorare, bensì a un incremento dei redditi, ha fatto notare la consigliera nazionale Céline Amaudruz (UDC/GE).
Il miglioramento della situazione non è legato all'età in cui si smette di lavorare, bensì a un incremento dei redditi, ha fatto notare la consigliera nazionale Céline Amaudruz (UDC/GE).
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La riforma dell'AVS, oggetto in votazione il 25 settembre, va approvata, ma l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni deve essere compensato con rendite migliori e salari uguali agli uomini. È la posizione, presentata oggi, di un collettivo femminile formato da esponenti di partiti borghesi.

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Con l'AVS 21, Consiglio federale e Parlamento hanno confezionato una riforma che permette di stabilizzare il primo pilastro e di mantenere le rendite al livello attuale, ha sottolineato l'alleanza davanti alla stampa a Berna. Le misure centrali del progetto sono l'armonizzazione dell'età pensionabile a 65 anni per entrambi i sessi e l'aumento di 0,4 punti percentuali dell'IVA.

L'alleanza è composta da donne rappresentanti di vari schieramenti politici, ovvero UDC, PLR, Centro, PVL e PEV. Esse ritengono comunque che ulteriori riforme siano necessarie ad altri livelli. «L'uguaglianza non è una strada a senso unico», ha affermato, secondo la versione scritta del suo discorso, la consigliera nazionale Kathrin Bertschy (PVL/BE). In Svizzera infatti esiste un divario di circa 20'000 franchi all'anno a sfavore delle donne fra le rendite dei due generi.

Salari bassi e lavoro a tempo parziale sono in effetti aspetti che come noto svantaggiano le donne prima e dopo la pensione. Tuttavia, il miglioramento della situazione non è legato all'età in cui si smette di lavorare, bensì a un incremento dei redditi, ha fatto notare la consigliera nazionale Céline Amaudruz (UDC/GE).

Dito puntato contro la mancanza di parità nel secondo pilastro

L'alleanza punta inoltre il dito contro la mancanza di parità nel secondo pilastro. «Nell'ambito della riforma della previdenza professionale in corso, le rendite delle casse pensioni per il lavoro a tempo parziale e i redditi bassi devono essere migliorate in modo significativo», ha dichiarato la consigliera nazionale Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG).

Il collettivo identifica anche potenziale per fare meglio nelle condizioni quadro e nel finanziamento della custodia dei bambini. Un sistema extra scolastico abbordabile e di qualità aiuterebbe le donne a restare attive professionalmente, ha spiegato Christina Bachmann-Roth, presidente delle donne del Centro.

A settembre, il popolo sarà chiamato a esprimersi sul tema dopo che sinistra e sindacati hanno lanciato un referendum per opporsi all'AVS 21. A loro avviso, il primo pilastro non va risanato a spese delle donne, che già guadagnano meno degli uomini e incassano rendite inferiori.