Prevenzione della tortura Rinvii coatti: si migliora, ma su alcuni aspetti si può fare meglio

ATS

4.7.2019 - 18:04

Il 39% delle persone da rimpatriare sono state parzialmente immobilizzate, alcune con manette, a volte dietro la schiena (foto simbolica d'archivio).
Il 39% delle persone da rimpatriare sono state parzialmente immobilizzate, alcune con manette, a volte dietro la schiena (foto simbolica d'archivio).
Source: KEYSTONE/URS FLUEELER

L'evoluzione della pratica dei rinvii coatti di stranieri per via aerea è ritenuta «soddisfacente» dalla Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) che ha pubblicato il suo rapporto annuale. Alcune prassi sono considerate «inadeguate».

Tra aprile 2018 e marzo 2019, la commissione ha monitorato 47 rinvii riguardanti complessivamente 191 persone – di cui 13 famiglie e 23 bambini, nonché 33 trasferimenti all'aeroporto. In occasione di questi ultimi la commissione ha accolto positivamente il fatto che gli agenti di polizia abbiano completamente rinunciato all'uso di mezzi per limitare la mobilità nel 43% dei casi.

Quattro persone su 10 immobilizzate

Tuttavia il 39% delle persone da rimpatriare sono state parzialmente immobilizzate, alcune con manette, a volte dietro la schiena. In due casi – nei cantoni di Ginevra e Lucerna – le manette sono state messe anche alle caviglie, precisa la CNPT.

La commissione nota con soddisfazione una diminuzione del numero di genitori immobilizzati nell'ambito di un rinvio. Su 13 famiglie il cui trasferimento è stato monitorato, tre genitori (madre e/o padre) sono stati parzialmente immobilizzati, indica la CNPT che ritiene particolarmente preoccupante il ricorso a questo trattamento in presenza di bambini.

Rinunciare alle forme di coercizione

Anche se si tratta di casi isolati la CNPT si rammarica comunque che alcune prassi delle scorte della polizia persistano, in particolare il fatto di coprirsi il volto (in Vallese due volte) e l'utilizzo della sedia a rotelle (in Argovia).

La commissione ricorda alle autorità di rinunciare in linea di principio a qualsiasi forma di coercizione e di limitarne l'applicazione ai casi in cui le persone da rimpatriare rappresentino un pericolo imminente per la loro stessa sicurezza o quella di terzi.

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