Media e politica Servizio su Maudet: la SRF si rivolge al Tribunale federale

ATS

18.9.2019 - 17:44

Il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet (foto d'archivio)
Il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/SALVATORE DI NOLFI

La SRF ha deciso di rivolgersi al Tribunale federale per un servizio sul consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet della trasmissione «Rundschau».

La televisione svizzerotedesca non ha accettato la decisione dello scorso giugno dell'Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR), secondo cui il programma «ha violato il principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti».

«Il caso Maudet: il sentiero dell'oro»

Il servizio «Der Fall Maudet: Die Spur des Goldes» («Il caso Maudet: il sentiero dell'oro»), andato in onda il 3 ottobre 2018, indagava sulla presunta accettazione di vantaggi di Maudet per il suo controverso viaggio ad Abu Dhabi nel 2015.

«La SRF ha analizzato la decisione dell'AIRR e ha deciso di rivolgersi al Tribunale federale», ha indicato all'agenzia Keystone-ATS il portavoce della SRF Stefan Wyss, confermando una notizia apparsa sui portali di Tamedia e sottolineando che a causa della procedura in corso non verranno rilasciati ulteriori commenti.

Gli interessi degli Emirati Arabi Uniti in Svizzera

L'emittente ha incentrato il suo servizio sui possibili interessi degli Emirati Arabi Uniti in Svizzera: in particolare sulle importazioni di oro attraverso l'aeroporto di Ginevra. Dal momento che erano state formulate gravi accuse nei confronti di Maudet, legate oltretutto al procedimento penale in corso, i giornalisti della SRF avrebbero dovuto essere molto attenti a garantire la presunzione d'innocenza al consigliere di Stato ginevrino.

Il reportage, aveva concluso l'AIRR, era da considerare tendenzioso, anche perché Maudet non aveva avuto l'opportunità di prendere posizione sulle accuse formulate nei suoi confronti. Secondo la televisione svizzerotedesca, invece, la decisione dell'AIRR limita la libertà dei media e si è dunque rivolta al Tribunale federale.

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