Politica Stop all'importazione di pellicce in Svizzera? Protezione dei consumatori favorevole

pl, ats

16.7.2024 - 16:56

Giro di vite alle importazioni di pellicce: associazioni consumatori favorevoli. (foto d'archivio)
Giro di vite alle importazioni di pellicce: associazioni consumatori favorevoli. (foto d'archivio)
Keystone

L'associazione svizzero-tedesca dei consumatori SKS accoglie con favore la proposta del Consiglio federale di vietare l'importazione di pellicce ottenute infliggendo sofferenze agli animali.

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I controlli andrebbero tuttavia effettuati non solo alla frontiera, ma anche nei negozi, scrive oggi in una nota la Stiftung für Konsumentenschutz (SKS).

La proposta del Consiglio federale fa parte di un pacchetto di modifiche di ordinanze nate come controprogetto indiretto a un'iniziativa sulle pellicce, la cui consultazione si è conclusa venerdì scorso. Il pacchetto comprende sette proposte, che includono metodi di produzione vietati, informazioni sul Paese d'origine e l'adozione dell'ordinanza europea sul vino.

La SKS sostiene l'obbligo di dichiarare in futuro i metodi di produzione crudeli, si legge in una nota odierna. La carne importata prodotta con metodi vietati in Svizzera dovrà essere etichettata di conseguenza.

Questo vale, ad esempio, per i metodi che in alcuni Paesi vengono ancora eseguiti senza antidolorifici, come la decapitazione dei bovini o l'asportazione delle zampe alle rane, scrive la Protezione dei consumatori. Anche la produzione di foie gras attraverso l'alimentazione forzata delle oche dovrà essere sempre dichiarata.

Le critiche dei dettaglianti

L'organizzazione svizzera del commercio al dettaglio Swiss Retail Federation teme invece che l'estensione dell'obbligo di dichiarazione comporterà un'enorme quantità di lavoro aggiuntivo e offrirà poco valore aggiunto.

L'associazione, che rappresenta il commercio al dettaglio senza i grandi distributori, chiede quindi di abbandonare le troppe «dichiarazioni mal concepite, inappropriate e sproporzionate», si legge in una nota.

I dettaglianti citano ad esempio l'obbligo di dichiarare il Paese di origine di tutti gli ingredienti contenuti nel prodotto finale, con informazioni che andrebbero collocate nel campo visivo principale dell'imballaggio. Visto che le materie prime provengono spesso da Paesi di origine diversi e talvolta in rapida evoluzione, la dichiarazione sarebbe difficile da attuare, afferma l'associazione. E lo sforzo aggiuntivo renderebbe in ultima analisi i prodotti più cari.

La SKS critica da parte sua l'atteggiamento dei dettaglianti. Questi ignorano completamente la necessità di informare i consumatori. La revisione apporterà invece importanti miglioramenti per i consumatori in termini di informazione e trasparenza, ha reso noto la fondazione dei consumatori su richiesta di Keystone-ATS.