Gli svizzeri sono ottimisti per il 2020: un terzo ritiene che quest'anno la propria situazione economica migliorerà e solo il 44% è preoccupato per i tassi negativi praticati dalla banche. È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo commissionato da comparis.ch.
Il 54% degli intervistati non prevede nessun cambiamento della propria situazione economica, un tasso stabile rispetto ai sondaggi condotti negli ultimi cinque anni. I «pessimisti» sono scesi al 13% mentre la percentuale di chi conta su un miglioramento è salita al 33% ed è la più elevata degli ultimi quattro anni. Di questi, un terzo ha in prospettiva un lavoro meglio retribuito per sé stesso o per il partner. Sono invece in calo rispetto allo scorso anno coloro che contano su un aumento di stipendio o bonus (30,9% contro il 37,9%).
La persistenza dei tassi di interesse negativi preoccupa meno della metà degli intervistati (43,9%), con punte oltre il 50% solo fra gli over 55 (50,6%). «Evidentemente il tema dei tassi punitivi è per molti ancora piuttosto astratto, benché il prossimo anno potrebbero esserne fortemente colpiti anche i piccoli risparmiatori», afferma Michael Kuhn, esperto di finanze e consumi presso Comparis.
A suo avviso il livello di conoscenze sulla questione è molto scarso. Solo il 15,2% degli intervistati prevede di aumentare gli investimenti in fondi e azioni. L'11,3% pensa di mettere il proprio denaro in cassaforte, mentre l'11,1% prende in considerazione l'opzione di cambiare banca. Il 43,5% invece non intende adottare alcun provvedimento, mentre 17,8% ha risposto che «risparmierà di più».
Il riscaldamento globale influisce solo marginalmente sulle decisioni relative a consumi e finanze. La fascia di popolazione meno sensibile al dibattito è quella con un livello di istruzione medio. Il 79,8% di questo gruppo (al quale appartiene il 44% della popolazione residente) dice di non essere influenzata da temi ambientali per quanto riguarda finanze e consumi (contro il 64,1% con un livello di istruzione basso e il 67% con un livello di istruzione elevato).
Per quanto riguarda l'età, il tasso di sensibilizzazione più alto si registra tra gli under 25 (34,8%) e tra i pensionati dai 66 anni in poi (35,3%) mentre solo il 20,4% degli intervistati tra i 44 e i 55 anni di età dichiara che il cambiamento climatico ha un impatto da importante o molto importante sul comportamento relativo a finanze e consumi.
Il sondaggio è stato condotto nel mese di dicembre dall'istituto di ricerche di mercato Innofact e ha coinvolto 1'021 persone in tutte le regioni della Svizzera.
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