Intervista all'espertoTelelavoro: «Ci troviamo in una fase difficile»
Di Julia Käser
21.12.2020
Molte persone hanno ripreso a lavorare da casa. Secondo un esperto, con il telelavoro le cose non sono più semplici, soprattutto in inverno. Più perdura questa situazione, più lo spirito di gruppo ne risente.
Il Consiglio federale lo consiglia e in alcuni cantoni è già diventato obbligatorio: si torna al telelavoro. In un’intervista rilasciata a «blue News», l’esperto Johann Weichbrodt spiega perché la sfida del telelavoro è sempre più grande – e come rendere più semplice il lavoro agile.
Le giornate si accorciano e il telelavoro si protrae: come influenza le persone questa situazione?
In effetti al momento ci troviamo in una fase complessa per quanto riguarda il telelavoro. Lo stress psicologico aumenta. Questo ha molte cause. Da una parte i mesi più freddi si associano spesso a episodi depressivi più frequenti. Dall’altra, a differenza di quanto si è osservato in primavera, c’è oggi un grande dibattito sulle misure necessarie e giuste da applicare. Dopo tutto, non sappiamo quanto durerà ancora questa situazione e, di conseguenza, fino a quando si continuerà con il telelavoro.
A proposito di Johann Weichbrodt
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Johann Weichbrodt è psicologo delle organizzazioni all'Alta scuola di psicologia applicata della FHNW e membro del gruppo di ricerca «Gestaltung flexibler Arbeit» che si occupa della flessibilità del lavoro.
Vari studi però danno credito al telelavoro…
È vero. La maggior parte dei sondaggi però sono stati condotti durante la primavera o l’estate scorsa. Il punto di vista sul telelavoro in quel momento era piuttosto positivo. In primavera era una specie di esperimento. Lo scopo principale era quello di affrontare la crisi nel modo migliore e più veloce possibile. Durante l’estate, quando la situazione era nel frattempo migliorata, il telelavoro era un processo in gran parte volontario – cosa che accresce il senso di soddisfazione.
Oggi però molte persone sono di nuovo costrette a lavorare da casa. Come cambia il rapporto con i colleghi?
La coesione del gruppo ne risente sempre di più. La condivisione informale, in particolare, è molto più difficile da ricreare online. La birretta virtuale dopo il lavoro, non funziona molto bene. Facciamo fatica a chiacchierare o a scherzare un po’ in maniera programmata. Una possibile soluzione è quella di ritagliarsi il tempo per un momento informale all’inizio di una riunione. Per esempio si può chiedere al gruppo se qualcuno ha qualcosa da raccontare. Ovviamente tutto questo non deve durare troppo per non compromettere l’efficienza lavorativa.
L’efficienza è importante, ma non ci sono persone che esagerano?
Certamente. Le persone hanno la tentazione di lavorare troppo. Già prima della pandemia, si poteva osservare che coloro che lavoravano in maniera agile facevano più ore. Molti di noi sono abituati a rispettare i limiti imposti dall’esterno. Per esempio la pausa pranzo si fa spesso a mezzogiorno e si comincia a lavorare non appena si arriva in ufficio.
Questi confini svaniscono con il telelavoro – cosa si può fare per evitare di lavorare troppo?
Darsi dei limiti, anche se non è affatto semplice. Questo è legato alle competenze generali in tema di autogestione. Soprattutto per chi vive da solo, la vita quotidiana comporta pochi schemi imposti dall’esterno – per chi ha una famiglia questo di solito è più semplice. Per quanto possa sembrare difficile, un po’ di routine aiuta.
Cosa possiamo fare concretamente per rendere più semplice il telelavoro?
Passare del tempo all’aperto, nonostante il freddo, mangiare in modo salutare… Il punto è impostare una routine sana. Bisogna farsi questa domanda: cosa posso fare ogni giorno per farmi del bene, anche se questo richiede un piccolo sforzo? Può essere fare delle pause regolari o stabilire un orario fisso per cominciare. A volte può servire anche interrompere la routine. Trovate un posto diverso in casa, oppure lavorate in piedi.
Come ha detto lei, le misure di contrasto al coronavirus vengono contestate molto più che in primavera. Cosa fare in caso di conflitto con i colleghi?
Non bisogna mai affrontare temi sensibili per iscritto. Se un collega è nervoso, è consigliabile fare un respiro profondo e chiarirsi di persona, in modo da guardarsi negli occhi. Come sempre, bisogna chiedersi qual è esattamente il problema e riflettere bene sulla situazione. La conversazione serve per far valere il proprio punto di vista ma anche per ascoltare.
La situazione attuale rappresenta una sfida più grande per i superiori?
Ovviamente loro sono responsabili degli impiegati. Tuttavia dal mio punto di vista il lavoro agile funziona solo se ognuno si assume la propria responsabilità all’interno del gruppo.