GiustiziaTF: niente indennizzo per detenuto vegano insoddisfatto
ats
15.7.2020
Il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso di un detenuto vegano, insoddisfatto del regime alimentare propostogli dal penitenziario ginevrino di Champ-Dollon. L'uomo, malgrado avesse potuto beneficiare di un menù con alcuni accorgimenti, chiedeva di essere risarcito.
Il protagonista della vicenda ha passato un anno in detenzione preventiva nel carcere romando. Secondo la direzione della struttura, diversi provvedimenti sono stati presi per permettergli di nutrirsi rispettando le proprie convinzioni. L'interessato aveva potuto anche intrattenersi col capocuoco.
I piatti vegetariani a disposizione erano per la maggior parte compatibili con un regime vegano. Inoltre, il detenuto riceveva razioni supplementari di frutta, verdura e farinacei e poteva approfittare di 14 prodotti vegani in vendita nel negozietto della prigione.
Malgrado ciò, l'uomo si è mostrato poco collaborativo. Invocando problemi di salute, aveva domandato, senza successo, una decisione formale. Pertanto, si era rivolto alla Corte di giustizia cantonale, esigendo un'indennità di 3000 franchi come riparazione morale.
Con una sentenza pubblicata oggi però, il TF si schiera contro l'ormai ex galeotto, a piede libero dallo scorso ottobre. L'alta corte losannese non si è espressa sul regime alimentare, bensì sul giudizio di irricevibilità pronunciato dalla giustizia ginevrina.
Per la prima Corte di diritto pubblico del TF, la lettera con cui la decisione di Champ-Dollon ricordava al detenuto le misure messe in atto non costituisce una decisione, ma ha solamente portata informativa. Stando a Mon Repos tale messaggio non rappresenta un rifiuto a fornire un regime vegano e non crea un rapporto giuridico vincolante. L'istanza cantonale ha quindi agito correttamente nel ritenerlo non passibile di ricorso.