Giustizia Statuto di apolide riconosciuto per un palestinese di Siria

aula, ats

6.8.2021 - 16:07

Il Tribunale federale ha concesso lo statuto di apolide a un palestinese fuggito dalla Siria che lo aveva chiesto dopo il rifiuto della domanda di asilo. Secondo il TF i profughi palestinesi non hanno una patria, anche se l'UNRWA svolge il ruolo di Stato sostitutivo.
Il Tribunale federale ha concesso lo statuto di apolide a un palestinese fuggito dalla Siria che lo aveva chiesto dopo il rifiuto della domanda di asilo. Secondo il TF i profughi palestinesi non hanno una patria, anche se l'UNRWA svolge il ruolo di Stato sostitutivo.
Keystone

Il Tribunale federale ha concesso lo statuto di apolide a un palestinese fuggito dalla Siria che lo aveva chiesto dopo il rifiuto della domanda di asilo. Secondo il TF i profughi palestinesi non hanno una patria, anche se l'UNRWA svolge il ruolo di Stato sostitutivo.

6.8.2021 - 16:07

Essi non hanno una patria d'origine e dal 1949 sono dispersi in diversi Paesi sotto l'egida dell'UNRWA (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente). Questa agenzia dell'ONU – che fornisce strutture in 59 campi profughi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e Striscia di Gaza – svolge il ruolo di Stato sostitutivo, sottolinea il TF.

Tenendo conto di questa situazione, i giudici della seconda Corte di diritto pubblico hanno convenuto che, quando un profugo palestinese non può tornare nel suo Stato di residenza abituale, l'allontanamento verso una zona amministrata dall'UNRWA può essere considerato solo se sussistono «sufficienti legami» con quel territorio. E, in assenza di elementi in tal senso, i giudici hanno quindi ritenuto che il ricorso del palestinese doveva essere accolto.

Il caso riguarda un uomo che era fuggito dalla Siria nel 2014, dopo una brutale repressione da parte delle forze governative nella sua città. Nel 2015, la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha respinto la sua domanda d'asilo adducendo che non era personalmente perseguitato. Il palestinese ha quindi richiesto l'apolidìa per se stesso, sua moglie e i loro quattro figli, che l'avevano raggiunto. Nel 2017 la SEM ha rifiutato anche questa richiesta. E la decisione è stata confermata dal Tribunale amministrativo federale (TAF) nel 2020.

In un'udienza svoltasi oggi, il TF ha invece ammesso l'appello del palestinese, ha annullato il verdetto del TAF e ha rispedito il dossier alla SEM affinché conceda all'uomo lo statuto di apolide. Nel frattempo la moglie e i figli si sono stabiliti in Turchia.

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