La campagna elettorale in vista delle elezioni federali di ottobre sta entrando nel vivo.
Oggi l'UDC ha attaccato frontalmente la sinistra sostenendo che se tutte le idee da loro proposte dovessero essere applicate le famiglie svizzere sarebbero confrontate con spese supplementari dell'ordine di 20'000 franchi all'anno.
In una conferenza stampa tenutasi a Berna, l'Unione democratica di centro ha presentato un nuovo documento strategico di 48 pagine chiamato «la truffa ecolo-socialista contro la classe media». Al suo interno vengono elencate quelle che per l'UDC sono le misure principali portate avanti dallo schieramento rosso-verde e quanto queste costerebbero alla società.
Per il capo del gruppo parlamentare democentrista Thomas Aeschi (ZG), con il pretesto della «protezione del clima», la sinistra mira in realtà a prendere il denaro dalle tasche dei cittadini per ridistribuirlo. Insomma, PS e Verdi vogliono solo «soldi, più soldi e ancora più soldi».
«Verdura bio, automobili elettriche, elettricità solare, alloggi energeticamente efficaci, meno viaggi in aereo», per il presidente UDC Albert Rösti (BE) «sono belle idee ma che causeranno per una famiglia di quattro persone spese supplementari di 20 mila franchi all'anno». Soldi che non finirebbero più nel circuito economico.
Aeschi ha fatto alcuni esempi di come potrebbero crescere le spese delle famiglie: l'aumento della benzina di 20 centesimi al litro e il «mobility pricing» costerebbero 1500 franchi all'anno, altrettanti sarebbero causati dall'aumento della tassa sul CO2 per l'olio da riscaldamento, dall'energia solare 2600 franchi e dalla soppressione di talune deduzioni altri 3900 franchi.
Tutte queste misure non servirebbero tuttavia per combattere i cambiamenti climatici, ha affermato Rösti: «con questi provvedimenti – ha sostenuto – nessuna alluvione potrà essere evitata», verranno però penalizzate le famiglie, i lavoratori, chi risparmia e chi è proprietario del proprio alloggio.
Il consigliere nazionale Michaël Buffat (VD) ha poi criticato la volontà del PS di portare dallo 0,46% attuale allo 0,7% la percentuale del reddito nazionale lordo destinato all'aiuto allo sviluppo (come prevedono gli obiettivi fissati dall'ONU, ndr). Ciò corrisponde a 563 franchi per abitante all'anno, ha sostenuto il vodese criticando il fatto che il PS «è molto generoso quando si tratta si spendere i soldi degli altri».
Tornando alla politica climatica, il presidente Rösti ha definito «controproducenti» le rivendicazioni della sinistra. Citando il recente dibattito tenutosi in parlamento sulle iniziative popolari che mirano e limitare i pesticidi nell'agricoltura, il bernese ha ricordato che le PMI sarebbero confrontate allo stesso problema delle aziende agricole: maggiori ostacoli alla produzione significa solo più importazioni e meno posti di lavoro. La bilancia dei gas serra non sarebbe affatto positiva, anzi.
In merito alla lotta al cambiamento climatico, Rösti ha detto che la Svizzera, vista la sua quota insignificante di emissioni di CO2 a livello mondiale (1 per mille), non dovrebbe agire da sola ma che occorrono misure decise a livello globale. Oggi la tendenza è però un'altra: gli USA, ad esempio, si sono ritirati dagli Accordi di Parigi e la Cina punta sulla crescita.
Una soluzione, per il presidente dell'UDC, potrebbe venire dall'innovazione tecnologica. Detto questo, Rösti ha ricordato come il tema principale per il partito in vista delle elezioni federali di ottobre rimane comunque l'immigrazione.
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