Svizzera L'attacco dei Verdi al seggio PS in Consiglio federale non è più un tabù

ats

11.2.2023 - 10:00

Non pochi vedono un futuro nel governo federale per il presidente del Verdi Balthasar Glättli.
Non pochi vedono un futuro nel governo federale per il presidente del Verdi Balthasar Glättli.
Keystone

Per i Verdi l'assalto al Consiglio federale potrebbe avvenire anche a scapito del partito socialista: un attacco a un seggio PS non è ormai più un tabù, sostiene oggi la Schweiz am Wochenende (SaW) sulla base di dichiarazioni di parlamentari ecologisti.

Keystone-SDA, ats

Stando al settimanale a indispettire profondamente gli esponenti della formazione ambientalista è stata in particolare una frase pronunciata dalla consigliere nazionale Tamara Funiciello (PS/BE) il 4 ottobre 2022 in un'intervista a Tele Züri: «la rivendicazione di due seggi da parte dell'UDC non è in discussione», aveva detto l'ex presidente della Gioventù Socialista Svizzera.

La dichiarazione aveva fatto capire ai Verdi che non sarebbero stati sostenuti, in caso di attacco al seggio del partente Ueli Maurer: non avevano quindi presentato alcun candidato alla sua successione. Ma il fatto che i «cugini» non avessero voluto fare fronte comune contro i democentristi aveva provocato parecchi malumori e rabbia non sembra essere rientrata.

«C'è stata una frattura», ammette un non meglio precisato membro del gruppo parlamentare ecologista, in dichiarazioni riportate dalla SaW.

La consigliera nazionale argoviese Irène Kälin è finora l'unica a essersi espressa pubblicamente: «È una questione di principio: se abbiamo diritto a un seggio in Consiglio federale dopo le elezioni del 2023, allora dobbiamo, per nostri elettori, fare tutto il possibile per assumerci questa responsabilità», sostiene la 36enne. «Si tratta del principio democratico primordiale della volontà degli elettori. Il mio atteggiamento non è cambiato: per me non è un tabù attaccare anche un seggio del PS».

«Quando si tratta di eleggere il Governo siamo soli come partito»

Altri esponenti del partito dicono cose simili, ma in forma anonima, spiega il giornale. «Per molto tempo abbiamo pensato: prima o poi otterremo un posto in governo. Ma non è stato così», afferma un parlamentare. «Quando si tratta di eleggere il Consiglio federale ci troviamo soli come partito: non ci sono più partner». A suo avviso questo ha anche a che fare con la storia del partito: «Semplicemente non siamo orientati al potere di per sé: i Verdi non amano i conflitti e le guerre».

Le elezioni federali sono in programma il 22 ottobre 2023. In dicembre l'Assemblea federale eleggerà poi i sette membri del governo, che attualmente vengono designati, attraverso accordi più o meno espliciti fra i partiti, grosso modo sulla base della forza delle rispettive formazioni.

Oggi UDC, PS e PLR hanno due seggi a testa nell'esecutivo, il Centro uno. Nel 2019 UDC ha ottenuto il 25,6% dei voti (si parla delle schede per il Consiglio Nazionale), il PS il 16,8%, il PLR il 15,1%, i Verdi il 13,2%, il PPD (oggi Centro) l'11,4% (a cui può essere aggiunto il non più esistente Partito borghese democratico, con il 2,5%), e i Verdi liberali il 7,8%; il resto è andato a formazioni minori, per un massimo del 2,1%.