Consiglio federale Viola Amherd: una donna di centro e di dialogo

ats

5.12.2018

La neoeletta consigliera federale Viola Amherd
La neoeletta consigliera federale Viola Amherd
Keystone

La neoeletta consigliera federale Viola Amherd, considerata una deputata influente, si ritiene una politica di centro, propensa al dialogo e creatrice di ponti. L'esponente vallesana del PPD si impegna a fondo per i diritti dei bambini e della gioventù nonché per un servizio pubblico degno di tale nome anche nelle regioni periferiche e di montagna.

Nata nel 1962, avvocatessa e notaia, nubile e senza figli, la altovallesana ha cominciato l'attività politica con il PPD nel 1992, con l'elezione nell'esecutivo comunale di Briga. Stando alle le sue dichiarazioni, all'inizio della sua carriera ha dovuto essere convinta a candidarsi alle cariche. Nell'esecutivo comunale diventa vicesindaco nel 1996 e sindaco dal 2000 al 2012.

Nel 1999 è in lizza per la successione in Consiglio di Stato del socialista Peter Bodenmann. Viene battuta dal socialista Thomas Burgener e manca l'occasione di diventare la prima donna nell'esecutivo cantonale vallesano.

Sostituisce Jean-Michel Cina

Anche a livello federale entra in politica dalla porta di servizio: arriva in Consiglio Nazionale nel 2005, come prima subentrante sulla lista PPD per rimpiazzare Jean-Michel Cina, eletto in Consiglio di Stato.

Alla Camera del popolo, Viola Amherd è sempre stata considerata una assidua lavoratrice, ben preparata sui propri dossier e non desiderosa di mettersi in mostra. Stando alla graduatoria stilata dalla Sonntagszeitung nel 2017, si situava al 18esimo posto fra i parlamentari più influenti.

Negli ultimi sette anni è stata vicepresidente del gruppo parlamentare PPD, presente nelle commissioni degli affari giuridici, ma anche nei trasporti e nelle comunicazioni.

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Impegnata in favore della montagna

Con l'elezione in Consiglio Federale le sarà ora più difficile non finire sotto le luci della ribalta.

La sue iniziative e votazioni in Consiglio Nazionale mostrano il deciso impegno di Viola Amherd a favore delle regioni di montagna e di un forte servizio pubblico nelle regioni periferiche. È stata anche una accesa sostenitrice dell'ampliamento del tunnel ferroviario del Lötschberg e ha convinto il Parlamento ad attuare il divieto di trasporto di merci pericolose attraverso il Sempione.

La deputata altovallesana si preoccupa anche dei diritti dei bambini e delle questioni dei giovani. Recentemente, ad esempio, ha chiesto con un'iniziativa parlamentare che il cybergrooming (adescamento su internet) con i minori sia punibile.

Digitalizzazione  e UE come sfide

Fra le maggiori sfide per il prossimo futuro la politica 56enne cita la digitalizzazione, le relazioni tra Svizzera e UE, la tutela della previdenza di vecchiaia, la mobilità e l'esplosione dei costi sanitari. L'immigrazione, invece, non la ritiene un problema centrale. "La Svizzera ha troppi stranieri? No! Ho bisogno di personale qualificato straniero", ha risposto a una domanda dei giornali del gruppo CH Media.

Viola Amherd è stata spesso etichettata come "troppo a sinistra e troppo femminista" dai circoli conservatori. Negli anni '90, ha lottato per la soluzione dei termini per l'interruzione di gravidanza e oggi sostiene un congedo di paternità di quattro settimane e il matrimonio omosessuale. Ella rivendica però una posizione al centro dello spettro politico.

Parla, legge e scrive correntemente in francese ma conosce bene anche l'italiano. Amherd si considera quindi una costruttrice di ponti verso la Svizzera romanda, ma anche verso altre minoranze e posizioni. Come altovallesana di lingua tedesca è rappresentante di una minoranza in un cantone francofono.

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