ExpatGli svizzeri hanno meno voglia di vivere in Cina
hm, ats
4.12.2022 - 15:00
Appare in sensibile calo la voglia di vivere in Cina da parte di expat svizzeri, i cittadini che lasciano il loro paese in cerca di fortuna lavorativa all'estero. Lo riferisce il SonntagsBlick, che presenta oggi nuovi dati.
Keystone-SDA, hm, ats
04.12.2022, 15:00
04.12.2022, 15:14
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Negli anni Duemila l'ascesa economica dello stato asiatico aveva attirato molte persone, anche dalla Confederazione: dal 2000 al 2013 il numero di svizzeri registrati in Cina è più che raddoppiato, passando da 1884 a 4158.
Ma nel frattempo il vento è cambiato e l'effettivo dei detentori di passaporto rosso è tornato a ridursi notevolmente: il primo dicembre di quest'anno solo 2751 cittadini svizzeri erano registrati in Cina, secondo quanto indicato al SonntagsBlick dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Quali sono le ragioni del calo?
Stando al domenicale la spiegazione più ovvia di questo declino è la controversa strategia zero Covid del governo cinese, che negli ultimi tempi ha portato persino a proteste di piazza da parte della popolazione locale.
Ma questa sarebbe solo una parte della spiegazione: in effetti, le statistiche dimostrano che la Cina stava perdendo la sua attrattiva molto prima dello scoppio della pandemia. Dal 2014 a oggi, il numero di svizzeri in Cina è diminuito quasi ogni anno e già nel 2019, l'ultimo anno prima del coronavirus, erano state registrate solo 3410 persone.
Felix Sutter, presidente della Camera di commercio svizzero-cinese, spiega questa evoluzione con il fatto che la dirigenza delle imprese sta diventando sempre più locale. Secondo il SonntagsBlick gli expat avanzano però anche un'altra ragione, pur non volendo esprimersi pubblicamente in materia: la crescente repressione da parte del governo di Pechino.