Governo CF: viaggi, agevolato ingresso in CH soprattutto per vaccinati

falu, ats

23.6.2021 - 16:08

Da sabato 26 giugno dovranno sottoporsi al test - PCR oppure antigenico rapido - soltanto le persone non vaccinate o non guarite che giungono in Svizzera per via aerea.
Da sabato 26 giugno dovranno sottoporsi al test - PCR oppure antigenico rapido - soltanto le persone non vaccinate o non guarite che giungono in Svizzera per via aerea.
Keystone

Da sabato sarà revocato l'obbligo di quarantena per chi arriva dall'Area Schengen. Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale, che ha deciso di agevolare l'entrata in Svizzera, in particolare per le persone immunizzate. La validità del vaccino passa da 6 a 12 mesi.

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Sempre a partire da sabato 26 giugno, dovranno sottoporsi al test – PCR oppure antigenico rapido – soltanto le persone non vaccinate o non guarite che giungono in Svizzera per via aerea. Per chi viaggia in aereo, inoltre, continueranno a essere registrati i dati di contatto. Il Governo ha deciso pure di regolare l'accesso per i viaggiatori provenienti da Paesi con una variante preoccupante del virus.

La Confederazione ha anche allentato le restrizioni all'entrata ancora vigenti per i cittadini di Stati terzi – quali gli USA, l'Albania o la Serbia – che possono provare di essere vaccinati. Il pertinente elenco dei Paesi della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è stato adeguato, indica un comunicato governativo odierno.

I vaccini riconosciuti in Svizzera sono quelli omologati dall'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic oppure dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA).

Varianti del virus dall'estero

Per quanto riguarda invece la lista dei Paesi a rischio, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha deciso di ridurre ai minimi termini l'elenco, inserendo soltanto gli Stati o le regioni in cui circolano varianti del virus preoccupanti, come l'India o il Regno Unito con la variante delta. Tuttavia, fino a quando ci sarà la sicurezza che il vaccino (ad esempio quelli a mRNA approvati in Svizzera) offra una buona protezione, le persone vaccinate o guarite in provenienza da una di queste aree non sottostanno all'obbligo di test e di quarantena.

Chi invece non è né vaccinato né guarito, deve presentare un test PCR o un test rapido antigenico negativo e mettersi in quarantena dopo l'arrivo in Svizzera.

«I vaccini approvati in Svizzera proteggono bene contro la variante delta, ma bisogna sorvegliare la situazione», ha detto in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset, aggiungendo che ora c'è una sorta di gara tra la campagna di vaccinazione che procede a buon ritmo e la variante delta che sembra essere più contagiosa rispetto a quelle conosciute fino ad ora.

Vaccino: niente quarantena per un anno

Il Governo oggi ha esteso da sei a dodici mesi la durata di protezione dei vaccini a mRNA omologati in Svizzera. Le persone completamente vaccinate sono quindi esentate per un intero anno dall'obbligo di quarantena dei contatti e per chi viaggia.

Chi è invece guarito dal virus sarà esentato per sei mesi dall'obbligo di quarantena, in conformità alle prescrizioni dell'UE per il certificato Covid. È stata inoltre estesa da 24 a 48 ore la validità dei test rapidi antigenici.

Certificato Covid

Oggi il Consiglio federale ha inoltre recepito due ordinanze dell'UE sul certificato Covid digitale che si inseriscono nello sviluppo dell'acquis di Schengen.

Il processo di riconoscimento del certificato svizzero da parte dell'UE è stato avviato, spiega il comunicato, secondo il quale dal primo di luglio – per una fase transitoria di sei settimane – saranno verosimilmente ammessi anche altri certificati nell'area UE/AELS. L'Esecutivo consiglia pertanto di informarsi sulle regole d'entrata prima di partire per un viaggio.

Berset ha poi tenuto a consigliare alla popolazione, durante i viaggi all'estero, di avere non solo il certificato digitale sull'applicazione del telefonino, ma anche il «pezzo di carta» che attesta l'avvenuta vaccinazione. «Il certificato elvetico dovrebbe essere riconosciuto abbastanza presto, ma non sarà il caso per il primo luglio», ha poi ammesso il «ministro» della sanità, augurandosi che ciò avvenga entro metà luglio.