MusicaConcorso eurovisivo della canzone: vince la Svezia
SDA
14.5.2023 - 08:24
La svedese Loreen ha vinto il Concorso eurovisivo della canzone
Keystone
La Svezia con la cantante Loreen e il brano «Tattoo» vince la 67esima edizione del Concorso eurovisivo della canzone, l'Eurovision Song Contest. E' la seconda affermazione per l'artista quarantenne che nel 2012 sbaragliò la concorrenza con la canzone «Euphoria».
14.5.2023 - 08:24
SDA
Al secondo posto la Finlandia con il cantante Käärijä e il brano «Cha Cha Cha». Terzo Israele con «Noa Kirel e Unicorn».
L'italiano Marco Mengoni si è piazzato appena fuori dal podio, al quarto posto, con la sua «Due Vite». Dal canto suo, lo svizzero Remo Forrer è giunto ventesimo con «Watergun».
Vittoria ampiamente annunciata
Quella della Svezia è stata una vittoria ampiamente annunciata. Come annunciato è stato il testa a testa con la Finlandia che ha sbancato al televoto, arrivando seconda. A riportare la manifestazione in Scandinavia è stata Loreen, alla sua seconda vittoria, con il brano «Tattoo», data per favorita già dalla vigilia.
Tra i protagonisti della serata Marco Mengoni. Non solo ha emozionato i 12 mila della Liverpool Arena con la sua esibizione intensa e potente di «Due Vite», il brano con cui ha vinto il festival di Sanremo, e che qui ha portato a casa il Marcel Bezençon Composer Award per la miglior composizione, assegnato dai compositori dei brani in concorso, ma ha voluto portare sul palco anche la bandiera Lgbtqi disegnata dal graphic designer Daniel Quasar per rendere la celebre Rainbow Flag ancora più inclusiva. Cinque colori in più, il bianco, il rosa, l'azzurro, il marrone e il nero, posizionati a lato. Le nuove strisce colorate sono dedicate alla comunità di colore, a quella transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti.
La serata si è aperta nel segno dell'Ucraina, che dopo la vittoria lo scorso anno a Torino della Kalusch Orchestra, avrebbe dovuto ospitare la manifestazione. Ma la situazione attuale del Paese, ancora in guerra, non lo ha permesso. E così, in un ideale collegamento tra Kiev e Liverpool, scelta come sede alternativa della manifestazione, proprio la Kalush Orchestra, portavoce del dramma ucraino, ha aperto la finale con Stefania, il brano che un anno fa li portò alla vittoria, e con un filmato al quale hanno partecipato artisti britannici del calibro di Andrew Lloyd Webber e Joss Stone. Cameo anche della principessa del Galles Kate Middleton al pianoforte.
A sostegno dell'Ucraina anche la Repubblica Ceca con le Vesna, con il brano «My sister's crown», inno femminista che invita a non arrendersi mai, ma anche brano a sfondo politico con un messaggio umanitario di sostegno alla popolazione ucraina, sottolineato dal ritornello cantato in ucraino. Anche i croati Let3 dicono no alle dittature e alla guerra rimanendo in mutande e con finti missili sul palco.
Ma l'Eurovision non ha rinunciato alla sua dose di show eccessivo, di trash, di piume e paillettes, come da tradizione. Come non ha rinunciato ad omaggiare la città che lo ha ospitato con il Liverpool Songbook, durate la quale alcuni artisti che sono stati protagonisti nelle edizioni passate hanno ripercorso la storia della musica della città.
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