Stati Uniti Donald Trump: ecco perché l'affare Cohen è così pericoloso per lui

DPA

27.8.2018

Michael Cohen è stato considerato a lungo la «valvola di sfogo» di Donald Trump: l'avvocato capace di risolvere tutti i problemi del suo cliente. «Non esiterei a farmi sparare addosso per Donald Trump», ha dichiarato un giorno. Ma martedì, il legale ha riconosciuto di fronte alla giustizia di aver infranto alcune leggi che regolano il finanziamento delle campagne elettorali negli Stati Uniti.

Michael Cohen ha dichiarato che assieme a Donald Trump avevano fatto sì che 130 e 150.000 dollari fossero versati rispettivamente alla pornostar Stormy Daniels e alla ex modella di Playboy Karen McDougal. Il tutto con l'obiettivo di influenzare le elezioni. Così facendo, avrebbero cercato di mettere a tacere le accuse provenienti dalle due donne, che affermano di aver avuto delle «avventure» con l'attuale presidente americano.

Quando martedì Michael Cohen ha riconosciuto la propria colpevolezza, non ha citato né le due donne, né Donald Trump in modo diretto. Ha semplicemente detto di aver collaborato con un «candidato anonimo». Tuttavia, il quadro evocato concorderebbe in tutto e per tutto con i versamenti effettuati a Stormy Daniels e a Karen McDougal.

Le confessioni di Cohen rappresentano perciò una svolta: dopo essere stato suo alleato per anni, l'avvocato è diventato ormai una potenziale minaccia per il presidente americano. Ma non è ancora noto se e quando delle eventuali azioni giudiziarie saranno avviate a carico del numero uno della Casa Bianca.

I momenti chiave che hanno preceduto l'affare-Cohen

4 novembre 2016

Donald Trump è il candidato del partito repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Il «Wall Street Journal» annuncia che nel 2006 la casa madre del magazine «National Enquirer» approvò il versamento di 150.000 dollari a Karen McDougal, per ottenere in esclusiva la storia dell'avventura avuta con il miliardario americano. All'epoca, già da un anno il magnate dell'immobiliare era sposato con Melania Trump. Tuttavia, il gruppo American Media Inc., vicino alla campagna elettorale di Trump, smentisce di aver acquistato la notizia di Karen McDougal. Al contrario, afferma di aver concluso un accordo che la impegna a pubblicare per due anni le rubriche della ex playmate. Attraverso il proprio portavoce Hope Hicks, Trump ha negato di aver avuto un'avventura con McDougal.

8 novembre 2016

Contro ogni pronostico, Donald Trump batte la rivale democratica Hillary Clinton nel corso delle elezioni presidenziali.

12 gennaio 2018

Il «Wall Street Journal» afferma che, un mese prima delle elezioni, Michael Cohen ha versato la somma di 130.000 dollari a Stormy Daniels. Ciò avrebbe fatto parte di un accordo raggiunto con la star del porno affinché la stessa non rivelasse la presunta avventura avvenuta nel 2006 con Donald Trump. All'epoca, Cohen dichiarò che Trump negava «con veemenza di aver agito in tal modo».

13 febbraio 2018

Michael Cohen riconosce di aver pagato Stormy Daniels di tasca propria e di non aver ricevuto alcun rimborso da parte dell'organizzazione Trump o da parte di chi si occupava della campagna del presidente. L'avvocato spiegherà in seguito che il denaro proveniva da una linea di credito ipotecario personale, legata ad una società privata.

Marzo 2018

Karen McDougal deposita una denuncia contro la American Media Inc. con l'obiettivo di invalidare il contratto concluso col gruppo. La donna confida all'emittente televisiva CNN che l'azienda aveva acquisito i diritti della sua storia con dei falsi pretesti e che l'ha quindi utilizzata per proteggere Trump. Inoltre, la ex modella dichiara di aver avuto una lunga relazione con il miliardario nel 2006. American Media Inc. afferma che Karen Mc Dougal è libera di raccontare la propria storia dal 2016. Attraverso il proprio portavoce, inoltre, Trump ribadisce ancora una volta di non aver avuto alcuna avventura con la ex playmate.

5 aprile 2018

Di fronte a numerosi giornalisti presenti a bordo dell'Air Force One, il presidente americano dichiara di non essere stato messo al corrente del versamento effettuato a Stormy Daniels. E quando gli viene chiesto perché Michael Cohen abbia effettuato la transazione, Donald Trump risponde: «Dovete chiederlo a lui».

9 aprile 2018

L'FBI perquisisce l'ufficio di Michael Cohen. Gli agenti sequestrano numerosi documenti, tra i quali alcuni che attestano il versamento di 130.000 dollari a Stormy Daniels. Donald Trump è furioso. Per lui, la perquisizione rappresenta una «vergogna», e l'FBI ha «fatto irruzione» nell'ufficio di un avvocato. In un tweet, aggiunge poi che «la privacy tra un avvocato e il proprio cliente non esiste più».

È l'ufficio del procuratore di Manhattan che ha ordinato la perquisizione presso lo studio di Michael Cohen. Stephen Ryan, avvocato di quest'ultimo, dichiara che l'azione è in parte legata all'inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller. I suoi uomini esaminano i possibili accordi conclusi tra l'equipe della campagna elettorale di Donald Trump e Mosca, nel quadro delle presunte ingerenze russe nelle elezioni del 2016.

26 aprile 2018

Donald Trump riconosce che Michael Cohen lo ha rappresentato «nel folle affare concluso con Stormy Daniels». Al contempo, il presidente assicura sul palcoscenico della trasmissione «Fox & Friends» di «non aver usato fondi della campagna elettorale nella questione, poiché ciò sarebbe stato problematico».

2 maggio 2018

Rudy Giuliani, avvocato di Donald Trump, afferma al presentatore di Fox News Sean Hannity che il versamento fatto a Stormy Daniels è stato effettuato attraverso uno studio legale, che il presidente ha in seguito risarcito. Ciò proverebbe che alcuna norma sul finanziamento delle campagne elettorali sarebbe stata infranta. La portavoce del governo Sarah Huckabee Sanders riconosce che Trump era «al corrente» dei versamenti.

4 maggio 2018

Alcuni giornalisti ricordano al presidente americano che aveva negato di essere a conoscenza dei pagamenti effettuati a Stormy Daniels. Trump risponde attaccando i media. A suo avviso, la stampa si interessa solo a storie «di m...» come quella della pornostar. «Quasi tutto ciò che è stato detto sul denaro versatole è falso». La reazione dell'avvocato di Stormy Daniels, Michael Andretti, non si fa attendere: «Ci prende davvero per dei cretini!», scrive in un tweet.

20 luglio 2018

Due mesi prima delle elezioni del 2016, Michael Cohen e Donald Trump hanno un colloquio privato su un possibile versamento di denaro a Karen McDouglas, confidano alcune fonti a conoscenza dei dettagli dell'inchiesta. L'avvocato di Donald Trump, Rudy Giuliani, assicura che non c'è stata alcuna transazione. Inoltre, una breve registrazione della loro conversazione mostrerebbe che il presidente non avrebbe nulla da rimproverarsi. Nell'audio, si sente Michael Cohen dire a Trump che deve fondare una società «per il trasferimento di tutte le informazioni riguardanti il nostro amico David»: un possibile riferimento a David Pecker, uomo vicino al presidente e numero uno di American Media Inc.

Sempre nella registrazione, Cohen parla di un finanziamento, ma Trump lo interrompe e chiede: «Che genere di finanziamento?». L'avvocato risponde: «Dovremo pagare». L'audio è di cattiva qualità, ma si percepisce il presidente affermare: «Pagare in contanti». Ciò che tuttavia non è noto è se, nel resto della frase, Trump indichi o meno il desiderio che ciò avvenga. L'avvocato gli risponde più di una volta con un «no», e Trump replica con la parola «assegno».

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