Diversi Fuga leggendaria da Alcatraz: i fuggitivi sopravvissero?

fab

9.2.2018

Nel 1962, tre prigionieri evadono dalla prigione di alta sicurezza di Alcatraz; da quel momento, sono considerati morti. Ma oggi, una lettera manoscritta rimette in discussione tutta questa storia.

John e Clarence Anglin e il loro compagno di cella Frank Morris sono considerati morti da anni. Sono evasi da Alcatraz e si sono immersi nelle acque ghiacciate della baia di San Francisco, popolate di squali. I loro corpi non sono mai stati ritrovati. Questo è almeno ciò che si supponeva fino ad oggi. Secondo i media americani, però, sarebbe venuta alla ribalta una lettera, che riapre la questione: i tre prigionieri sono sopravvissuti oppure no?

«Mi chiamo John Anglin. Sono evaso da Alcatraz nel giugno 1962 con mio fratello Clarence e Frank Morris. Sì, quella notte l'abbiamo fatto e siamo tutti sopravvissuti, ma per un pelo!», ecco come comincia la lettera, del resto molto difficile da decifrare. La lettera, inviata al canale televisivo CBS, sarebbe tra le mani della polizia già dal 2013.

Il mito resta intatto

L'ex galeotto spiega che dopo la sua fuga, si è stabilito in incognito a Seattle (nello stato di Washington) e poi nel Dakota del Nord, prima di fermarsi nella California del Sud. Sarebbe il solo sopravvissuto del trio dei fuggitivi. Suo fratello Clarence sarebbe secondo lui deceduto nel 2011 e Morris sarebbe morto nel 2008.

Il presunto Anglin, a quanto pare, avrebbe scritto questa lettera per disperazione diverse decine di anni dopo la sua scomparsa. Soffrirebbe di un cancro e vorrebbe essere curato in prigione. Tuttavia, dopo un attento esame della lettera, le autorità hanno rifiutato la richiesta. Un rappresentante dell’US Marshals Service ha dichiarato al «Washington Post» che il plico era stato inviato a un laboratorio per un'analisi grafologica e comparato a dei campioni scritti dai tre evasi, senza tuttavia evidenziare «risultati indicativi».

Il fascicolo non è tuttavia stato chiuso. A 56 anni di distanza dalla spettacolare evasione, il mito di Alcatraz resta intatto.

Il mito di Alcatraz

Lo chiamavano «The Rock»: situato su un isolotto roccioso al largo di San Francisco, l'edificio era considerato come un carcere di massima sicurezza. La prigione, aperta nel 1934, era una delle più famose al mondo. Dietro i muri di Alcatraz, i prigionieri vivevano in condizioni deplorevoli, erano maltrattati e torturati. Le 336 minuscole celle erano riservate ai grandi criminali, come Al Capone o Whitey Bulger.

Durante i 29 anni di funzionamento della prigione, 36 persone hanno tentato di evadere attraverso le gelide acque della baia di San Francisco. Di queste, 33 sono state catturate o sono morte per annegamento o uccise da proiettili.

Solo la sorte dei tre prigionieri citati prima, evasi una notte di giugno del 1962, non è mai stata chiarita. Per mesi, i tre hanno messo a punto un piano accurato per la loro evasione. Con l'aiuto di cucchiai rubati in mensa, hanno scavato poco a poco gli spessi muri della loro cella e realizzato una zattera di fortuna con l'aiuto di impermeabili.

Alla fine, sono riusciti ad evadere di prigione e a tuffarsi in acqua, e non sono stati più visti. Da quel momento, si rincorrono numerose voci circa i tre evasi. La prigione di Alcatraz ha chiuso i battenti nel 1963, ma la sua storia continua ad affascinare il pubblico.

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