Storia Quelle battaglie navali sul lago di Lugano

babu

2.11.2018

Nel Medioevo Milano e Como si contendevano il dominio del Ceresio (immagine simbolica).
Nel Medioevo Milano e Como si contendevano il dominio del Ceresio (immagine simbolica).
Immagine: Keystone

Nel Medioevo il dominio del lago di Lugano era strategico per il controllo delle vie che collegavano i passi alpini alla Lombardia: Milano e Como se lo contendevano a colpi di battaglia. L'unica fonte disponibile è un testo antico scritto da un testimone oculare. 

Forse non tutti sanno che nel Medioevo il lago di Lugano fu teatro di battaglie navali tra Como e Milano per il controllo dei passi alpini. A riportare alla luce questo pezzo di storia del Ticino è il giornalista della Rsi Jonas Marti, che in un articolo apparso sul settimanale Azione, racconta le vicende di quegli anni di cui è rimasta traccia in un libro: il "De bello Mediolanensium adversus Comenses", un breve poema scritto in versi latini da un testimone diretto e unica fonte disponibile relativa a quei fatti.  

Il giornalista comincia spiegando che ad aprire il conflitto fu la rivolta dei «luganenses», gli abitanti della Valle di Lugano. La risposta di Como non tardò ad arrivare, infatti, da lì a poco sarebbe scoppiata la prima battaglia di una guerra decennale, durata dal 1118 al 1127.

Le ragioni della battaglia

Al centro della contesa il dominio del Ceresio, strategico per la supremazia regionale. Numerose le battaglie che si susseguirono nel corso di dieci anni poiché nessuno voleva cedere all'avversario il controllo del lago: il vincitore della guerra, si legge nell'articolo, avrebbe assunto anche il comando delle vie che dai passi alpini conducono in Lombardia, regione chiave per il commercio in Italia.

Ad avere la meglio, inizialmente, fu la città di Como, che riuscì a vincere il primo e il secondo scontro navale, nonostante le forze messe in campo fossero decisamente impari: i diecimila abitanti di Como contro i centomila di Milano.

Questo è quanto emerge dalla testimonianza, anche se nel cercare di ricostruire gli avvenimenti il giornalista si rende conto, testo alla mano, che l'autore dello scritto, unico testimone dei fatti, si era probabilmente fatto prendere un po' la mano nel narrare le imprese vittoriose dei comaschi utilizzando toni più attenti a glorificare la sua città che a riportare i fatti.  A prescindere da questo, non è stato comunque facile localizzare i luoghi di quella guerra combattuta secoli fa, in quanto le tracce rimaste stanno scomparendo.

La vittoria di Milano

Dai racconti emerge inoltre che i comaschi inanellarono una vittoria dietro l'altra, fino quasi a vincere la guerra, ma la storia è andata diversamente. Il giornalista che ha consultato il testo racconta del tentativo dei milanesi di conquistare la fortezza comasca corrompendo il castellano e facendosi consegnare le navi della flotta avversaria. Pur essendoci riusciti, l'esito è stato diverso da quello sperato perché i comaschi riuscirono ancora una volta a battere i meneghini riprendendosi le navi e prendendo in ostaggio il guardiano della fortezza. L'ingresso nel porto da parte dei comaschi segnò la loro vittoria, che però fu solo apparente: la superiorità dei milanesi in termini di forze si fece sentire e dopo quattro anni furono loro a vincere definitivamente la guerra.

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