Diversi Robot sessuali: tendenza tecnologica o mania isterica?

dpa

19.1.2018

Il grasso sostituisce il gel lubrificante, i gemiti lasciano posto agli stridii e il mal di testa a una batteria vuota: i robot sessuali potrebbero rivoluzionare la nostra vita amorosa. Ma si tratta di una vera e propria tendenza tecnologica o di una semplice mania isterica?

Elena è tutta da baciare ed accarezzare. Sul ventre, sul seno e anche nelle parti intime. Lei resta immobile e guarda sempre nella stessa direzione. Elena è un robot sessuale. Sa parlare e le sue emozioni possono essere configurate attraverso un'applicazione. Serve anche come oggetto di sperimentazione: per la web serie «Homo Digitalis», la Bayerischer Rundfunk (BR) ha chiesto all'attrice porno Schnuggie91 di – come dire? – andare a letto con Elena. Un'esperienza strana, dichiara Schnuggie91 dopo averla vissuta. La sua pelle è diversa da quella di un essere umano. «E non ha alcuna reazione», spiega la star del porno. «Ci si sente quindi abbastanza soli.»

La star del porno Schnuggie91 (a destra) abbraccia un robot sessuale. (immagine d'archivio)
La star del porno Schnuggie91 (a destra) abbraccia un robot sessuale. (immagine d'archivio)
BR/ARTE/dpa

«Homo Digitalis», è anche uno studio statistico condotto dalla BR, Arte, l'ORF e il Fraunhofer Institut für Arbeitswirtschaft und Organisation (IAO). Esso sarà concluso soltanto in primavera, ma i suoi ideatori hanno già pubblicato dei risultati intermedi: ne viene fuori che un tedesco su cinque avrebbe il desiderio di andare a letto un giorno con un robot sessuale. Più della metà delle persone interrogate non vedrebbe alcun inconveniente, o molto pochi, al fatto che il loro partner abbia delle relazioni sessuali con un robot. Tuttavia, soltanto il sei per cento delle persone interrogate potrebbe immaginare alla fine di innamorarsi di un robot. «Ciò indica che i robot sessuali sono essenzialmente percepiti come dei giocattoli e non come dei sostituti dell'essere umano», spiega Kathrin Pollmann dell'IAO.

A tal proposito, è interessante citare David Levy, specialista di intelligenza artificiale, che considera che avere relazioni sessuali con i robot diventerà una pratica corrente da oggi fino al 2050. A Barcellona, a tal proposito, ha aperto i battenti una casa chiusa che ospita bambole sessuali, grazie alle quali si possono sdoganare tutte le proprie fantasie – «senza alcun limite» –.

Moda e tabù

Una tendenza, dunque? L'informatico gestionale Oliver Bendel, che si occupa in particolare di questioni legate all'etica dell'informazione e delle macchine, dichiara: «Penso che questo resterà un mercato di nicchia.» Si riferisce in particolare al prezzo d'acquisto di questi robot, che si aggira circa a 10'000 dollari (8500 euro circa). «Non si comprano certo su due piedi.» Senza dimenticare che il soggetto resta un tabù. «Si parla sempre più apertamente di sex toys, ma palline da geisha e dildo non sono ancora così diffusi. E come si può nascondere un robot sessuale al proprio partner?»

L'esperto in scienze cognitive Martin Fischer dell'Università di Postdam, che ha partecipato a un convegno internazionale sul tema «L'amore con i robot» lo scorso dicembre, dichiara: «Non è più fantascienza». Le cifre di vendita non sono certamente conosciute, ma un'azienda dichiara per esempio di aver venduto circa 400 bambole sessuali in tutto l'anno. Molte di queste bambole possono anche muoversi.  Bisogna distinguerle dai robot umanoidi, che reagiscono ai segnali sociali e possono essi stessi inviarli. «È questo che ci interessa», dichiara il professore. Così, uno studio condotto negli Stati Uniti avrebbe mostrato che anche di fronte a dei robot, gli umani reagiscono diversamente quando toccano la zona genitale piuttosto che un'altra parte del robot.

I lavori di ricerca condotti in questo settore devono inglobare numerosi ambiti di studio, che potrebbero beneficiare dei risultati ottenuti – in particolare per quanto riguarda l'insorgere di questioni etiche, spiega Martin Fischer. Per il momento, tutto quello che manca sono i sussidi. Attualmente, la sua equipe lavora soltanto attraverso dei questionari, che consentono tuttavia di constatare come ogni persona interrogata abbia la sua propria concezione di ciò che può fare e di che aspetto abbia un robot sessuale. «Sarebbe più utile valutare le reazioni fisiologiche che si producono sulla pelle in un contatto con un robot.»

I bambini e le donne come oggetti di desiderio?

Anche se il mercato dei robot sessuali dovrebbe restare di nicchia, l'argomento resta ancora oggetto di numerose discussioni. Secondo una «campagna contro i robot sessuali», essi potrebbero in particolare contribuire a trasformare i bambini e le donne in oggetti di desiderio. Lo scienziato Oliver Bendel solleva tutta una serie di questione e di problemi: così, bisognerebbe pulire accuratamente i robot sessuali per evitare le malattie. E in quale misura i robot sessuali devono assomigliare agli umani? «I vibratori assumono sempre più forme astratte che non somigliano a un pene», precisa. Si potrebbe ugualmente immaginare di realizzare creature a quattro braccia. «Gli specialisti si scatenano sul tema». Per il momento, i modelli di robot sessuali disponibili sul mercato corrispondono a cliché e a stereotipi per la maggior parte associati alle donne: seno generoso, vitino da vespa e ciglia finte.

Martin Fischer rimanda a ricerche condotte in altri settori: ne viene fuori che l'aspetto gioca un ruolo minore nella creazione di un robot con sembianze umane. «Basta che due occhi facciano l'occhiolino e qualcosa che somigli a una bocca.» I componenti essenziali per un'interazione sociale riuscita sono la parola, i movimenti visivi, come dei segnali ad esempio, ed alcune caratteristiche tattili, come il calore corporeo.

Il dibattito sui robot simili a bambini, ad esempio, è ancora più delicato. Non hanno ragione di esistere in uno spazio pubblico o in una casa chiusa, spiega Oliver Bendel. Tuttavia, potrebbero forse rivelarsi utili nel quadro di terapie per pazienti pedofili. «Conviene tuttavia procedere a studi scientifici per determinare in maniera dettagliata gli effetti di una tale misura.» Il sessuologo Ulrich Clement ha evocato due teorie concorrenti durante un'intervista accordata a «Zeit Online»: «La prima parte dal principio che questi robot potrebbero permettere ai pedofili di concretizzare i loro desideri e di trovare la pace, mentre stando alla seconda, rischierebbero di rafforzare la loro tendenza pedofila.» Per il momento è difficile dire quali di queste teorie siano giuste.

Anche la questione della violenza viene affrontata. Infatti, l'offerta della casa chiusa che ospita bambole sessuali pone già diverse questioni. Oliver Bendel ha scritto in un articolo destinato al libro «3TH1CS - Die Ethik in der digitalen Zeit» che bisognava determinare se i robot sessuali potessero o no rifiutare di sottomettersi a una relazione sessuale. Il produttore del robot sessuale Roxxxy, True Companion, si è anche visto costretto a precisare in una lettera aperta: «La violenza non è un'interazione sostenuta da Roxxxy – e non è più qualcosa che venga desiderato dai nostri clienti.» Infatti, il robot dispone di una personalità programmata chiamata Frigid Farrah, capace di far sapere quando non ha voglia.

Malgrado tutte queste importanti questioni, bisognerebbe probabilmente prendere la cosa con maggiore scioltezza. «Se l'amore con i robot diventerà un giorno popolare, dovrà essere considerato soltanto come una maniera tra tante altre di avere delle relazioni sessuali», spiega Ulrich Clement. Un robot non sostituirà mai una vera e propria persona, capace di occuparsi di voi e di apprezzarvi nella vostra individualità. E non farà neppure al caso di persone in cerca di un partner senza limiti. «Solo il desiderio è soddisfatto dall'assenza di complicazioni. Una relazione senza alcun problema diventerebbe rapidamente noiosa.»

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