Consiglio federale Successione Maurer: Verdi non presenteranno alcun candidato

ats

18.10.2022 - 18:05

La "senatrice" ginevrina Lisa Mazzone e, sullo sfondo, la consigliera nazionale bernese, Aline Trede, mentre spiegano le ragioni che hanno spinto i Verdi a non presentare un candidato alla successione di Ueli Maurer.
La "senatrice" ginevrina Lisa Mazzone e, sullo sfondo, la consigliera nazionale bernese, Aline Trede, mentre spiegano le ragioni che hanno spinto i Verdi a non presentare un candidato alla successione di Ueli Maurer.
Keystone

I Verdi, pur aspirando da anni a un seggio in Consiglio federale, rinunciano a presentare un loro candidato/a il 7 di dicembre. Gli altri gruppi parlamentari non intendono mettere in discussione il secondo seggio UDC in governo dopo le dimissioni di Ueli Maurer.

ats

È quanto ha dichiarato oggi davanti ai media la vicepresidente del gruppo ecologista alle camere federali, la «senatrice» Lisa Mazzone di Ginevra.

La situazione attuale

I democentristi sono rappresentati nell'esecutivo da due membri; accanto a Maurer figura anche il «ministro» dell'economia e della formazione, Guy Parmelin.

Nessun partito finora, a parte gli ecologisti oggi, ha contestato il secondo seggio democentrista in Consiglio federale: l'UDC rimane il partito più forte in Svizzera. Oltre a due UDC, il governo è composto da due PS, due PLR e un esponente dell'Alleanza del Centro (ex PPD). Secondo gli osservatori, un candidato/a al governo dei Verdi non avrebbe alcuna possibilità di farcela

2019, primo tentativo andato a vuoto

Già nel 2019 i Verdi avevano tentato la scalata al governo, insidiando uno dei due seggi del PLR, in particolare quello del ticinese Ignazio Cassis.

Ma l'Assemblea federale aveva riconfermato il «ministro» degli esteri al primo turno respingendo la candidatura della presidente dei Verdi, e consigliera nazionale, Regula Rytz (BE). Quest'ultima aveva ricevuto solo 82 voti, Cassis 145.

Basta immobilismo

Ma questa situazione non piace agli ecologisti i quali, per bocca della stessa Mazzone e della capogruppo, la consigliera nazionale Aline Trede (BE), hanno accusato gli altri gruppi, in particolare i Verdi liberali, di volere lo «statu quo», di formare insomma una sorta di «cartello del potere» contrario ad ogni cambiamento degli attuali equilibri in governo, dove regnerebbe l'immobilismo.

Un immobilismo per quanto attiene al problema più grave che minaccia la Svizzera e il pianeta, ossia la crisi climatica che ogni anno si fa sentire sempre di più, come ne abbiamo avuto la prova questa estate ha sostenuto Mazzone.

UDC, freno di ogni progresso

In particolare, stando ai Verdi è proprio l'UDC, con la sua propensione a bocciare o frenare ogni progresso in questo settore, come dimostrebbe il referendum lanciato dai democentristi contro il controprogetto all'iniziativa sui ghiacciai, all'origine di questa inazione. Eppure i ghiacciai «non aspettano», mentre ogni anno sempre più specie animali e vegetali in Svizzera scompaiono, ha spiegato Trede.

Ma nonostante ciò, questo partito ha ricevuto da parte degli altri gruppi una sorta di «assegno in bianco». Un immobilismo evidente anche per quanto attiene alle relazioni con l'Ue, dove in governo tutto tace dopo il «no» elvetico all'accordo istituzionale, quando invece la crisi energetica attuale e la guerra in Ucraina, dovrebbero avvicinarci di più a Bruxelles per tutelare la nostra libertà e democrazia, ma anche per diminuire la nostra dipendenza dalle energie fossili in mano a governo autocratici. Insomma, con questo governo «non ci sono prospettive»: a livello di politica climatica ed europea si marcia sul posto, secondo Aline Trede.

Governo attuale non rappresentativo

Secondo i Verdi, il fatto che Maurer abbia deciso di lasciare un anno prima delle elezioni federali dell'autunno 2023 rappresenta una decisione strategica: significa infatti bloccare ogni vero rinnovamento dell'esecutivo quando, come consuetudine, il Consiglio federale dovrà venir rieletto in dicembre. Il dado insomma è tratto: gli altri partiti fanno quadrato attorno all'UDC al solo scopo di mantenersi al potere, a detta degli ecologisti.

Eppure gli argomenti non mancano per votare finalmente un ecologista in governo, secondo Trede e Mazzone. Nel 2019, ossia dalle ultime elezioni federali, i Verdi sono diventati il quarto partito a livello federale e, da allora, hanno guadagnato 52 seggi nei vari parlamenti e governi cantonali. Mai come oggi, insomma, una fetta importante della popolazione – un buon 30% se non di più – non è rappresentata nella stanza dei bottoni. Non era mai accaduto finora nella storia, secondo Trede.

Ci vediamo a Cariddi

Seppur rinunciando a presentare un candidato a causa del fronte unito degli altri partiti, i Verdi hanno promesso battaglia in vista delle elezioni federali dell'anno prossimo; hanno promesso che faranno del loro meglio per guadagnare ancora consensi e presentarsi più agguerriti che mai al prossimo appuntamento per il rinnovo dell'esecutivo.

Solo un parlamento più verde permetterà di avere anche un governo più attento ai gravi problemi e alle immense sfide del futuro che ci attendono, secondo gli ecologisti.