Digitalizzazione Gli svizzeri vogliono più servizi amministrativi digitali, ma gratuiti

dv, ats

28.12.2020 - 06:01

Secondo un sondaggio dalla società di consulenza Deloitte, molti svizzeri vorrebbero dalle autorità più servizi digitali e soluzioni armonizzate per tutto il Paese. Tuttavia non sono disposti a pagare di più per tali servizi.
Secondo un sondaggio dalla società di consulenza Deloitte, molti svizzeri vorrebbero dalle autorità più servizi digitali e soluzioni armonizzate per tutto il Paese. Tuttavia non sono disposti a pagare di più per tali servizi.
Keystone

Sette svizzeri su dieci vogliono che le autorità offrano più servizi digitali. Tuttavia, i tre quarti non vogliono pagare di più per l'accesso a questi servizi. È quanto risulta da un sondaggio pubblicato oggi dalla società di consulenza Deloitte.

In particolare, l'80% degli intervistati vorrebbe poter appianare una multa per divieto di sosta con il pagamento senza contatto, e l'82% vorrebbe ottenere una vignetta autostradale in formato elettronico. Una percentuale simile vorrebbe poter scambiare dati e informazioni con le autorità e le amministrazioni pubbliche in modo completamente elettronico.

Più di tre interpellati su quattro (78%) sono inoltre favorevoli al voto elettronico. La possibilità di presentare alla polizia una denuncia online raccoglie i favori di due terzi (67%) degli interrogati. Il matrimonio digitale in videoconferenza convince un terzo degli intervistati (34%).

Malgrado questa «fame» di facilitazioni, la stragrande maggioranza della popolazione (tra il 70% e l'80%) non è pronta a sciogliere i cordoni della borsa per accedervi. C'è comunque una differenza a seconda del tipo di servizi. Pochi sarebbero disposti a pagare per le firme elettroniche, il pedaggio autostradale o il voto elettronico, ma una maggioranza risicata (51%) lo farebbe per ordinare un passaporto o una carta d'identità interamente online.

Secondo il sondaggio di Deloitte, la popolazione vorrebbe che lo Stato offrisse soluzioni armonizzate per tutta la Svizzera.

D'altro canto dall'indagine risulta anche che la crisi del coronavirus non ha indebolito la fiducia nei servizi digitali esistenti, anzi, è addirittura aumentata tra i giovani e nelle grandi città.

La protezione dei dati e la sicurezza informatica sono ancora fonte di grande apprensione tra gli scettici, nota la società di consulenza. E di ciò si dovrebbe tenere conto, poiché il 7 marzo si voterà sul referendum contro la legge sull'identità digitale (e-ID).

Per questo sondaggio, effettuato nella seconda metà di maggio, sono state interrogate 1500 persone di età compresa tra i 16 e i 64 anni che vivono in Svizzera. Secondo Deloitte è rappresentativo in termini di età, sesso e regione.

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