A NY la barca dei profughi di Yoko Ono
Progetto interattivo entra in dibattito su immigrazione
NEW YORK, 27 GIU – «No al muro e Open Borders. Be kind, sii gentile, l'amore e' più forte della paura. Solidarieta', a lettere cubitali, «non e' niente senza l'azione». E poi, all'interno della barca: «sulla barca c'e' posto per tutti» e «ogni barca di profughi e' un Mayflower». A New York va in scena Add Color (Refugee Boat), installazione interattiva di Yoko Ono. All'inizio era una tela bianca: uno stanzone a South Street Seaport dalle pareti candide e in mezzo una barca a remi. Un barattolo di vernice azzurra, il colore del mare, e l'invito al pubblico di dipingere le proprie speranze sulle pareti, il pavimento, sopra e dentro la barca. Via via che passavano i giorni i messaggi si sono confusi trasformando lo spazio in un caos a strati. Il progetto della 86enne vedova di John Lennon viaggia il mondo dal 1961 ed è arrivato a New York mentre il dibattito sull'immigrazione incendia la politica, tra le minacce di deportazioni di massa di Trump e la foto shock di un padre con la figlia annegati al confine con il Messico.
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