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Festival A Sanremo la scossa Maneskin e la forza dell'unicità di Egonu, mentre Mengoni è ancora primo
ATS / sam
10.2.2023 - 08:42
La scossa rock con i Maneskin, l'emozione negli occhi lucidi di Marco Mengoni acclamato dal pubblico, il monologo di Paola Egonu sulla «diversità» che è «unicità» e sulla consapevolezza che «siamo tutti uguali oltre le apparenze». Il festivalone veleggia ancora oltre il 60% di share, Amadeus festeggia in diretta un milione di follower su Instagram e Sanremo conferma la sua cifra, il mix di linguaggi e generazioni, evasione e temi sociali.
Dopo l'empowerment femminile impersonato da Chiara Ferragni, i diritti negati in Iran, con la testimonianza dell'attivista Pegah Moshir Pour, e nelle carceri minorili, con il discorso di Francesca Fagnani, è stata Paola Egonu ieri sera sul palco a togliersi di dosso l'etichetta di 'ermetica' per raccontare la sua storia di bambina di origini nigeriane appassionata di Mila e Shiro, diventata pallavolista di fama mondiale a dispetto delle discriminazioni, imparando a crescere, che vuol dire «dare il giusto peso» alle critiche, affrontare i momenti brutti, ma anche «godersi quelli belli».
Da piccola, racconta Paola emozionata sul palco, si chiedeva «Perché sono alta? Perché mio nonno vive in Nigeria? Perché mi chiedono se sono italiana?». Poi, diventando più grande, «i perché sono continuati. Perché mi sento diversa? Perché vivo questa cosa come una colpa? Perché ogni volta mi sono punita dando una versione sbagliata di me stessa? Con il tempo ho capito che questa mia diversità è la mia unicità. E che nella domanda «Perché io sono io?» c'è già anche la risposta: «Perché io sono io».
Alle accuse di vittimismo, di mancanza di rispetto per il suo paese, Egonu risponde con forza: «Amo l'Italia, vesto con orgoglio quella maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani». Aver sbagliato in tante finali «non fa di me una perdente», si appassiona.
«Così come non è perdente chi a scuola prende il voto più basso e non è perdente chi non riesce a realizzare il proprio sogno al primo colpo. E poi, visto che siamo a Sanremo, non è perdente nemmeno chi arriva nelle ultime posizioni in classifica». Il riferimento è a Vasco Rossi, che nel 1983, su questo palco, arrivò penultimo con Vita spericolata, «ognuno col suo viaggio, ognuno diverso», conclude sulle note del brano-manifesto.
L'Ariston balla con Morandi e Sangiovanni, ma si scatena con i Maneskin
Se l'Ariston balla con Gianni Morandi e Sangiovanni nella versione 2.0 di Fatti mandare dalla mamma, i Maneskin si riprendono il palco dove trionfarono nel 2021, iniziando proprio da qui la cavalcata che li ha portati sul tetto del mondo.
Scossa rock assicurata con il medley tra I wanna be your slave, Zitti e buoni, The loneliest e l'ultimo singolo Gossip, eseguito con la leggenda del rock Tom Morello. Poi il gruppo riceve il premio Città di Sanremo e commenta sui social «Che bello tornare a casa».
Omaggio a Bacharach con «I say a little prayer»
Sanremo ha poi reso omaggio a Burt Bacharach, il leggendario compositore americano premio Oscar, morto ieri a 94 anni.
L'orchestra, guidata dal maestro Leonardo De Amicis, ha suonato ‹I say a little prayer›, «ma avremmo potuto scegliere altre mille canzoni – dice Amadeus – per ricordare uno dei più grandi maestri del '900 che ci ha lasciato un patrimonio musicale meraviglioso e che tra l'altro nel 2009 è stato in gara su questo palco», accompagnando Karima per la quale produsse il brano ‹Come ogni ora›, presentato tra le Nuove Proposte.
Ranieri canta l'ultimo singolo e lancia il nuovo show Rai
Dopo la performance in trio con Gianni Morandi e Al Bano, premiata dal picco di 17 milioni di spettatori, Massimo Ranieri è tornato sul palco di Sanremo per presentare dal vivo, accompagnato da tre delle sue coriste, il nuovo singolo ‹Lasciami dove ti pare›, conrtenuto nell'ultimo album ‹Tutti i sogni ancora in volo›.
Con Rocio Munoz Morales ha poi annunciato il nuovo varietà di Rai1 che condurranno insieme e che avrà lo stesso titolo dell'album e del libro autobiografico di Massimo Ranieri, ‹Tutti i sogni ancora in volo›, in onda da maggio il sabato su Rai1.
La Morales ha poi fatto un piccolo siparietto divertente con Amadeus, spiegandogli alcune delle diversità che ci sono tra Spagna e Italia, tra cui quella del modo in cui ci si saluta. Ed è scattato, fatto apposta da lei, un bacio sulla bocca.
Mengoni sempre in testa alla classifica
E per finire, continua a impazza il Fantasanremo – tra baci e fiori lanciati al pubblico, ukulele sul palco, occhiali sul naso e fiori nei capelli, batticinque con Morandi – e sfilano sul palco tutti i Big.
Tra le performance più convincenti, per parlare della gara vera e propria, su tutte quella di Marco Mengoni, in testa alla prima classifica generale e dato tra i favoriti per la vittoria finale, che si commuove quando il pubblico si alza in piedi per la sua 'Due vite'.
E poi Ultimo, che ieri sera ha iniziato al pianoforte la sua 'Alba', Madame ('Il bene nel male'), Lazza, che canta 'Cenere' scende in platea per regalare il bouquet alla timida mamma Francesca, Giorgia con 'Parole dette male', Colapesce Dimartino ('Splash') e di Gianluca Grignani, che interrompe l'esibizione con 'Quando ti manca il fiato' per problemi audio, la riprende ("A cinquant'anni so come si fa, a venti non lo avrei saputo», dice alludendo alla vicenda Blanco), mostra sulle spalle la scritta 'No war'.
Deve poi difendersi dalle accuse di aver bestemmiato a fine esibizione: «Non so chi si è inventato questa cosa, ho detto «porto via» prendendo i fiori, non ho detto qualsiasi altra cosa».
Ovazione per Anna Oxa e la sua 'Sali', mentre Fiorello – sempre più disperato per la durata monstre delle serate, in attesa di prendere la linea per Viva Rai2! Viva Sanremo! chiama in aiuto l'amico Lillo-Posaman.