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73ma edizione Sanremo debutta con Mattarella, Benigni e la libertà, Blanco distrugge la scenografia floreale
SDA / pab
8.2.2023 - 09:25
Il Festival di Sanremo ha debuttato in maniera solenne martedì sera alla presenza, per pochi minuti, di Sergio Mattarella. La serata è stata caratterizzata dai monologhi di Roberto Benigni prima e di Chiara Ferragni poi. Ariston in delirio per il medley dei Pooh. Brutta figura di Blanco che distrugge la scenografia floreale. Mengoni in testa alla classifica. Oltre 10 milioni i telespettatori.
La presenza storica in platea del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'emozione di Gianni Morandi sulle note dell'inno di Mameli, la lettera d'amore di Roberto Benigni alla Costituzione, alla libertà e alla pace.
Sanremo 2023 non poteva avere partenza più ecumenica: «È un privilegio dire benvenuti alla 73a edizione del festival», dice raggiante Amadeus, consapevole di aver messo in piedi una serata che resterà negli annali.
La sorpresa Mattarella
A rendere interessante l'apertura del festival, facendo passare in qualche modo in secondo piano le polemiche delle ultime settimane sulla controversa vicenda dell'intervento del presidente ucraino Volodymir Zelensky nella serata finale, è l'arrivo di Sergio Mattarella, primo capo dello Stato all'Ariston, accolto con la figlia Laura dalla standing ovation del pubblico.
È stata davvero una sorpresa, tenuta segreta fino all'ultimo dopo giorni di contatti con il Quirinale, e annunciata solo a poche ore dal via, da Amadeus in conferenza stampa.
«Siamo molto felici per la presenza del presidente», gongola l'amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, seduto in prima fila accanto alla presidente Marinella Soldi che avrebbe avuto conferma solo in mattinata dell'arrivo del capo dello Stato.
L'intervento di Benigni
L'occasione sono i 75 anni della Costituzione, e Morandi invita tutti a intonare con lui l'inno nazionale. Poi la parola passa a Roberto Benigni.
Scherza il premio Oscar, rivolto a Mattarella: «Presidente, Amadeus è al quarto mandato, bisogna fermarlo, è un colpo di Stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo».
Mattarella ride, applaude, si porta la mano sul cuore quando l'attore e regista rende omaggio, tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella. Poi cambia registro e celebra la Costituzione, «un'opera d'arte che canta la libertà e la dignità dell'uomo», l'articolo 11 «bello come una poesia, l'Italia ripudia la guerra: se lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato». E l'articolo 21, «il pilastro di tutte le libertà».
Il monologo della Ferragni sull'autostima femminile
Ma a Sanremo è anche la serata di Chiara Ferragni, attesa al debutto in diretta tv, fuori della comfort zone di Instagram, dove è seguita da 28,5 milioni di follower. Entra in scena con un abito manifesto, a corolla, nero, ispirato alla tradizione Dior, e completato dalla stola con la scritta «Pensati libera», da un'opera di Claire Fontaine.
Un invito al processo di crescita femminile basato sull'autostima che l'imprenditrice digitale poi esplicita nel naked dress color oro: «Non sono nuda, è un disegno, il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna», spiega la Ferragni
E soprattutto nel monologo, una lettera a Chiara bambina, un invito a tutte le donne a sconfiggere le insicurezze, a non sentirsi sbagliate, a non giudicarsi mamme imperfette se lavorano, a celebrare i propri successi: «Non sminuirti mai di fronte a nessuno», dice emozionata Chiara.
«Se nascondi il tuo corpo sei una suora, se lo mostri sei una troia, è sessismo normalizzato: tu sfidali e non aver mai paura delle conseguenze di quello che sei. Essere donna non è un limite: lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando anche in questo momento. Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, alla fine andrà tutto bene, sono fiera di te».
I Pooh come superospiti, emozioni in sala
Sul palco tocca intanto ai primi 14 Big, Anna Oxa, gIANMARIA, Mr. Rain, Marco Mengoni, Ariete, Ultimo, Coma_Cose, Elodie, Leo Gassmann, Cugini di Campagna, Gianluca Grignani, Olly, Colla Zio, Mara Sattei.
Tra i momenti più emozionanti della serata, l'esibizione dei Pooh, tornati insieme per il festival sei anni dopo l'addio del 2016 e dopo la scomparsa di Stefano D'Orazio: medley pure con un apparizione fugace di Riccardo Fogli si «Piccola Kathy» e Ariston in delirio, orchestrali compresi.
Tutti commossi quando compare anche D'Orazio, su un sipario trasparente nelle immagini di repertorio della vittoria del 1990 proprio al festival con «Uomini soli».
Le emozioni sono state davvero forti, complice anche la nostalgia forse, tanto da far passare in secondo piano ai più il fatto che la voce del quasi 79enne (gli anni li compie il 1 maggio) Roby Facchinetti non regge più. Sono stati diversi i momenti in cui si sono sentite piccole sbavature, perfino delle leggere stonature, senza contare poi il fatto che l'evidente mancanza di fiato ha impedito al tastierista di salire fin sulle note che hanno reso celebre il gruppo.
Ma poco è importato all'Ariston, che, come detto s'è alzato in piedi, ha cantato a squarciagola e ha battuto il tempo con le mani.
Blanco distrugge la coreografia floreale
Dopo l'esibizione da «Brividi» con Mahmmod, con cui l'anno scorso trionfarono al festival, Blanco è protagonista di un fuori programma: non sente l'audio in cuffia mentre canta il nuovo singolo« L'isola delle rose», distrugge gli arredi floreali sul palco e il pubblico fischia sonoramente.
Amadeus prova a prendere il controllo della situazione: «Se tu vorrai la puoi ricantare a fine serata», ha proposto al cantante. «Volentieri, io canto anche da solo», ha replicato Blanco tra i fischi del pubblico, al grido di «scemo».
Poco dopo però Amadeus fa sapere che Blanco non ricanterà «Non ci sono le condizioni». A fine serata il presentatore ammette amaramente: «Era dai tempi di Bugo e Morgan che non accadeva nulla del genere».
Poco dopo però Amadeus fa sapere che Blanco non ricanterà «Non ci sono le condizioni». A fine serata il presentatore ammette amaramente: «Era dai tempi di Bugo e Morgan che non accadeva nulla del genere».
Mentre il pragmatico co-conduttore Gianni Morandi spazza lo scempio di fiori sparpagliati sul palco, sullo schermo ecco apparire Fiorello: «Ama che stai facendo? Sbagli tutti i nomi – prende in giro il conduttore che ha confuso gIANMARIA con Sangiovanni e poi Blanco con Salmo -. Salmo si è buttato col microfono, sono 2500 euro. E poi a Mattarella il festival non è piaciuto, dopo un quarto d'ora se n'è andato».
Mengoni in testa alla classifica
Questa la classifica provvisoria, sulla base del voto della sala stampa (un terzo per la carta stampata, un terzo per il web e un terzo per le radio) alla fine della prima serata, durante la quale si sono esibiti i primi quattrodici cantanti in gara: Marco Mengoni, Elodie, Coma_Cose, Ultimo, Leo Gassmann, Mara Sattei, Colla Zio, Cugini di Campagna, Mr. Rain, Gianluca Grignani, Ariete, gIANMARIA, Olly, Anna Oxa.
Serata seguita da oltre 10 milioni di spettatori
Intanto, sono stati 10 milioni 757.000 pari al 62,4% di share, i telespettatori che hanno seguito ieri su Rai1 la prima serata del festival di Sanremo 2023 (dalle 21.18 all'1.40).
L'anno scorso la prima serata del festival della canzone italiana era stata seguita in media da 10 milioni 911 mila spettatori pari al 54,7% di share.
La prima parte della prima serata (dalle 21.18 alle 23.44) ha raccolto 14 milioni 170 mila spettatori pari al 61,7% di share; la seconda (dalle 23.48 all'1.40) è stata seguita da 6 milioni 296 mila pari al 64,7%.
Nel 2022 la prima parte della serata d'esordio del festival aveva raccolto il 54,5% con 13 milioni 805 mila spettatori, la seconda il 55,4% con 6 milioni 412 mila.