(Cover) - IT Showbiz - I Linkin Park sono sotto shock in seguito al suicidio del loro leader Chester Bennington.
Il rocker si è impiccato nella sua casa di Palos Verdes, California, ieri 20 luglio, in quello che sarebbe stato il giorno del 53esimo compleanno dell’amico Chris Cornell, toltosi la vita secondo le stesse modalità il 18 maggio.
Su Twitter il co-fondatore della band Mike Shinoda ha scritto: «Scioccato e col cuore a pezzi. È tutto vero. Un comunicato ufficiale verrà rilasciato quando ne avremo uno».
«Distrutto», ha aggiunto il bassista Dave Farrell.
Shinoda fondò il gruppo nel 1996 con i compagni di scuola, il batterista Rob Bourdon e il bassista Brad Delson, arruolando successivamente Bennington come cantante.
Chester soffriva da tempo di depressione, era dipendente da droga e alcol e in passato aveva ammesso di aver considerato più volte l’estremo gesto.
I rocker raggiunsero la fama mondiale nel 2000 con Hybrid Theory, il loro album di debutto contenente singoli come One Step Closer, Crawling, Papercut e In the End, riuscendo a vendere oltre 30 milioni di copie nel mondo e aggiudicandosi la statuetta di Best Hard Rock Performance per il singolo Crawling ai Grammy Awards.
Il secondo Grammy arrivò nel 2006 per Numb/Encore, frutto della collaborazione con Jay-Z.
Quest’anno la band aveva raggiunto il vertice della Billboard 200 grazie al nuovo album One More Light. Il video dell’ultimo estratto dal disco Talking To Myself è stato rilasciato ieri, poche ore prima che Chester si togliesse la vita.
Il gruppo si è esibito per l’ultima volta il 6 luglio sul palco di Birmingham.
Il One More Light World Tour avrebbe raggiunto Mansfield, Massachusetts, la prossima settimana.
Dal 2013 al 2015 Bennington è stato frontman anche degli Stone Temple Pilots, orfani di Scott Weiland, morto nel 2015 per un’overdose di droghe mentre si trovava sul tour bus della band.
Chester aveva 41 anni e lascia la moglie Talinda Ann Bentley e sei figli, tre dei quali avuti da una precedente relazione.
Cover Media
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