Oltre 2 ore di concerto Elton John infiamma Berna, prima tappa svizzera della sua ultima tournée

sifo, ats

2.6.2022 - 08:03

Un emozionato Elton John si è esibito allo stadio Wankdorf di Berna per la prima tappa svizzera del suo Farewell Yellow Brick Road Tour.
Un emozionato Elton John si è esibito allo stadio Wankdorf di Berna per la prima tappa svizzera del suo Farewell Yellow Brick Road Tour.
Keystone

Elton John ha infiammato ieri sera lo stadio Wankdorf di Berna per la prima tappa in Svizzera della sua ultima tournée Farewell Yellow Brick Road. Il 75enne britannico ha proposto i suoi grandi classici in un concerto emozionante durato oltre due ore.

Keystone-SDA, sifo, ats

Alle 19:30 in punto Sir Elton John fa la sua entrata in scena, davanti a 21'000 persone, accompagnato dai suoi sei musicisti e prendendo subito posto dietro il pianoforte per «Bennie and the Jets».

Occhiali rosa luccicanti, completo blu e rosa con bordi dorati, ricamata sul retro la sigla «EJ», con tanto di scarpe rigorosamente dorate, si mostra eccentrico e energico. Il pubblico si alza subito dalle sedie poste davanti al palco.

I suoni si fanno più rock con i riff di chitarre elettriche di «Philadeplhia Freedom», del 1975. Elton John si rivolge al pubblico dicendo «Good evening Bern», scusandosi per la pioggia, ma aggiungendo «ci divertiremo questa sera». A seguire intona le note di «I Guess That's Why They Call It the Blues».

Dedica poi «Border Song», tratta dall'album «Elton John» (1979), ad Aretha Franklin, sua amica che nel 1972 fece una cover di questo brano lusingandolo, dice. Tocca poi alla melodica «Tiny Dancer» con i sonagli in sottofondo.

Un ritorno al passato

Elton John introduce «Have Mercy on the Criminal», una canzone che, dice, «non suoniamo da molto», tratta dall'album «Don't shoot me I'm only the piano player» del 1973. La voce graffiante e possente, e il suo amato pianoforte. Lo scozzese Davey Johnstone, fedele collaboratore e membro della band, offre un magnifico assolo di chitarra.

Un conto alla rovescia, suoni e immagini spaziali introducono la ballata al piano «Rocket Man», accolta da urla del pubblico. Poi un intermezzo strumentale con il piano accompagnato dalla batteria. I grandi schermi sopra e accanto al palco si tingono di blu e di un cielo stellato. Elton John si alza e si inchina, andando a salutare anche il pubblico dall'altra parte dello stadio.

Tutto si fa più colorato sui suoni pop di «Take Me To The Pilot», con i cori del chitarrista e del bassista e un assolo di chitarra. L'artista presenta la prossima canzone, «Someone Saved My Life Tonight», come una delle sue preferite fra quelle che ha scritto.

Le note del pianoforte svelano il prossimo brano: «Levon» del 1971, le riprese video sullo schermo si tingono di bianco e nero, con una certa malinconia. È un crescendo continuo accompagnato da un assolo di chitarra, una grandissima combinazione.

Per la toccante ballata «Candle in the Wind», sullo schermo appaiono immagini di Marilyn Monroe, a cui la canzone è stata dedicata alla sua uscita nel 1973.

Mai senza l'amato piano

Elton John scende dal palco per un attimo di pausa e per cambiarsi. Di ritorno, indossa un completo azzurro con un gatto stampato sul retro e occhiali blu con brillantini. La piattaforma su cui si trova il suo piano si gira e si sposta verso l'altro lato del palco. Dopo un momento strumentale intona l'energica «Funeral For a Friend/Love Lies Bleeding», una delle canzoni più recenti.

Il tutto si fa più movimentato con «Burn Down the Mission» che vede una calca prendere forma sotto al palco. I suoni graffianti e la voce blues impressionano mentre delle fiamme fanno capolino sugli schermi.

A seguire le sonorità rock and roll di «Sad Songs (Say So Much)» accendono il pubblico, che urla e applaude. Poi Elton John intona le note della ballata «Sorry Seems to Be the Hardest Word».

Musicisti talentuosi

Il 75enne presenta la sua band, «la sua preferita, ogni volta sul palco è diverso perché sono tutti grandi musicisti», dice. Questa è composta da Kim Bullard alle tastiere, Matt Bissonette al basso e cori, Ray Cooper alle percussioni, nella band dal 1973, Nigel Olsson e John Mahon alla batteria e dal chitarrista Devey Johnstone.

Si torna agli anni più recenti con «Don't Let the Sun Go Down on Me», del 2019, con percussioni che si intercalano alla batteria. Tocca poi alle sonorità rock di «The Bitch Is Back» un ennesimo salto nel passato che ci porta al 1974.

L'emblematica «I'm Still Standing» fa alzare in piedi anche chi finora era seduto. Sullo schermo scorrono immagini di momenti importanti nella carriera del 75enne, foto che lo ritraggono con Eminem, Ed Sheeran e vari altri, i dischi come quello in memoria di Lady D o per Live Aid.

Si rimane sulle sonorità rock and roll e blues con «Crocodile Song», canzone che dedica ai fan come indica la scritta sugli schermi, e «Saturday Night's Alright for Fighting» per cui il palco si tinge di numerose luci colorate. Elton John si congeda dal pubblico e la band si inchina.

Emozione palpabile

Di ritorno per un bis, stavolta con un kimono blu a fiori e occhiali azzurri a forma di cuore, propone una versione remix di «Cold Heart», con i cori di Dua Lipa, non presente in carne e ossa ma in un video proiettato. «È fantastico avere un singolo al top in classifica a 75 anni!», dice.

Con «Your Song», sua primissima numero uno in carriera, lo stadio si illumina con la luce dei telefonini a creare un cielo stellato. «That's your song Bern» aggiunge sulle note finali.

«Questo è il 234esimo show del tour e il 33esimo concerto in Svizzera», afferma visibilmente emozionato, è così che si congeda dal pubblico, ringraziandolo per la fedeltà e le memorie createsi in tutti questi anni e suonando «Goodbye Yellow Brick Road».