Discriminazione Fedez contro il senatore Pillon: «Se mio figlio fosse omosessuale non avrei turbamenti»

Covermedia

1.4.2021 - 11:09

Fedez
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Il rapper milanese ha condiviso una serie di Stories su Instagram, in cui lancia un appello per la tutela del diritto all'identità di genere.

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Fedez ha aggiunto la sua voce al coro delle critiche mosse al ddl Zan.

Il rapper di «Chiamami per nome» si è unito alla sua collega Elodie, che poche ore prima si era scagliata contro il senatore Simone Pillon e contro il partito di Matteo Salvini per le critiche mosse al disegno di legge Zan sull'omofobia. Scatenando sul web e nel mondo reale una vera bufera mediatica.

«Questa mattina mi sveglio con le dichiarazioni del senatore Pillon che ci spiega il concetto di priorità e io vorrei proprio entrare nel merito delle priorità del senatore e del ddl Zan», esordisce Fedez nelle sue Instagram Stories.

«Partiamo dal principio. Che cos’è il ddl Zan? Il ddl Zan è un disegno di legge che attua nuove misure di prevenzione e di contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e la disabilità. In sostanza, dà più diritti a chi non ne ha. Il senatore Pillon, nelle scorse settimane, ha osteggiato l’approvazione di questa legge – spiega – dando la motivazione che questa legge non va bene perché darebbe il via libera all’utero in affitto. Un bel titolo, il punto è che nel ddl Zan non si parla di utero in affitto...».

Quindi, il rapper prosegue: «Ma veniamo ai bambini che si truccano. Io dico una cosa da padre. Io ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole e questa cosa non mi desta alcun tipo di turbamento e non desterebbe nessun turbamento in me nemmeno se un giorno dovesse decidere di truccarsi o mettersi il rossetto, perché mio figlio ha diritto di esprimersi come meglio crede. Ma la cosa che mi destabilizzerebbe un po' è sapere che vive in uno stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si generano in questo Paese. Questa è per me la priorità».