Giornate di SolettaIl cinema svizzero si spinge oltre la pandemia e oltre i confini
zm, ats
19.1.2022 - 18:00
La 57esima edizione delle Giornate di Soletta si è aperta questa sera in presenza con un discorso del consigliere federale Alain Berset, cui seguirà l'anteprima mondiale di «Loving Highsmith» di Eva Vitija. In programma, molti film francofoni e di produttrici donne.
19.01.2022, 18:00
19.01.2022, 18:20
SDA
Saranno circa 160 i film, di cui 78 lungometraggi ad essere proiettati fino al 26 gennaio. Circa la metà dei lungo metraggi selezionati provengono dalla Romandia. Tenendo conto anche dei film in italiano, le opere latine quest'anno superano addirittura quelle in lingua tedesca.
David Wegmüller, che dopo la partenza della ex-direttrice Anita Hugi è responsabile con Marianne Wirth della direzione artistica del festival, aveva affermato in conferenza stampa a metà dicembre che la forte presenza delle lingue latine è «storica». Definendo inoltre questa edizione come «l'anno delle produttrici», che rappresentano più del 50% della selezione di 78 film.
Lottare contro se stessi
Nel discorso di apertura, il consigliere federale Alain Berset ha evocato il tema del conflitto interiore e ricordato «la lotta dolorosa e appassionante che Patricia Highsmith ha condotto contro se stessa», che le ha permesso di trovare una forza creativa.
«Forse dovremmo lottare contro noi stessi piuttosto che con gli altri», ha concluso Berset, aggiungendo «Dovremmo dar prova di maggior curiosità per ciò che pensiamo prima esprimere la nostra opinione agli altri».
Il presidente delle Giornate di Soletta, Thomas Gieser, nel suo discorso si è invece concentrato «sull'anno movimentato, di transizione e nuova partenza». Sottolineando inoltre l'importanza di potersi trovare di nuovo in presenza dopo un'edizione 2021 online.
Wegmüller ha precisato che lo slogan di quest'anno «Incontrare la Svizzera al cinema» si riferisce ad «un territorio mentale». «Il cinema svizzero è raramente confinato alle frontiere nazionali sul piano del contenuto e a causa delle condizioni di produzione, conferisce al programma delle Giornate di Soletta la sua orientazione al di là delle frontiere», ha aggiunto.
Film d'apertura girato in Ticino
Ad aprire le Giornate di Soletta questa sera sarà, come annunciato a fine novembre, il documentario «Loving Highsmith» della regista basilese Eva Vitija basato sul diario e i quaderni della scrittrice statunitense Patricia Highsmith (1921-1995). Gli organizzatori del festival lo hanno definito «un ritratto toccante e cinematograficamente avvincente».
Patricia Highsmith (1921-1995) non ha scritto nessuna sceneggiatura eppure il suo legame con il cinema è molto stretto. La scrittrice statunitense ha raggiunto la sua fama grazie ad Alfred Hitchcock. Il regista britannico ha adattato il suo primo romanzo «Sconosciuti in treno» nel 1951.
Highsmith conduceva una doppia vita e ha «affrontato la mutevolezza e l'ambiguità dell'identità» nei suoi libri. Tra le sue opere più note «Il talento di Mr. Ripley», anch'esso adattato per il cinema nel 1999.
«Loving Highsmith» è stato in parte girato nei comuni di Aurigeno e Tegna, dove la nota scrittrice americana ha trascorso gli ultimi 13 anni della sua vita, precisa una nota della Ticino Film Commission.
Vitija, nata nel 1973 a Basilea, ha vinto il «Prix de Soleure» nel 2016 per il suo primo lungometraggio «Das Leben drehen – Wie mein Vater versuchte, das Glück festzuhalten». Dopo la prima mondiale di questa sera il suo nuovo film dovrebbe uscire nei cinema l'11 marzo.