Spettacolo Janet Jackson: «La mia lotta contro la depressione»

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21.6.2018 - 11:11

Source: Covermedia

La cantante ricorda i suoi giorni più bui in una lettera indirizzata al magazine Essence.

Janet Jackson ricorda i giorni in cui era stata risucchiata dal vortice della depressione.

L’iconica popstar ha raccontato la sua battaglia contro il male oscuro in una lettera, affidata al magazine Essence, in cui ha ammesso come «a salvarla» sia stato il suo bambino, il piccolo Eissa, avuto alla soglia dei 50 anni con l’ex marito Wissam Al Mana.

«Ho lottato contro la depressione. È stata una battaglia intensa - ha scritto la Jackson -. Avevo scarsa autostima, un sentimento che credo provenisse dal senso di inferiorità che ho provato durante l’infanzia. Lo collego all’impossibilità nel riuscire a raggiungere un tenore di vita elevato».

«Ovviamente ho patito sulla mia pelle problemi sociali come il razzismo e il sessismo. Messi tutti insieme, questi aspetti hanno contribuito alla mia depressione: una condizione tenace e spaventosa. Fortunatamente, sono riuscita a farcela».

Poi l’arrivo del piccolo Eissa, oggi 2 anni. «Il top della felicità è stringere il mio bambino tra le mie braccia e ascoltare la sua voce, guardare i suoi occhi sorridenti e vederlo rispondere ai miei gesti - ha aggiunto la sorella di Michael Jackson -. Quando lo bacio. Quando gli canto qualcosa per farlo addormentare dolcemente. In questi momenti, che considero sacri, sento felicità dappertutto».

Janet si è separata dal businessman del Qatar nel 2017, dopo cinque anni di matrimonio.

In passato, la star è stata sposata con James DaBarge e Rene Elizondo Jr.

A conclusione della lettera, Janet ha ringraziato i nuovi movimenti femministi #MeToo e Time’s Up, nati dopo gli scandali sessuali che hanno travolto Hollywood.

La cantante - che ha affrontato la tematica durante il discorso di accettazione del Billboard Icon Award, a maggio -, ha aggiunto: «Viviamo in un periodo storico in cui le donne di tutto il mondo rifiutano di essere controllate, manipolate, sfruttate o abusate. Abbiamo trovato la forza di reagire e non ci fermeremo».

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