Nicoletta Braschi, 60 anni per la musa di Benigni
Dalla Jarmusch al trionfo La vita è bella, passando per Beckett
ROMA, 19 APR – Compie 60 anni Nicoletta Braschi, la musa di Roberto Benigni, cittadina illustre della sua Cesena (dove è nata il 19 aprile 1960), da anni calata nella sua seconda vita teatrale grazie all'appassionata identificazione artistica con la Winnie di «Giorni felici» dal testo di Samuel Beckett.
Si trasferisce a Roma fine degli anni '70 ed entra all'Accademia d'Arte Drammatica, debuttando in teatro con «Tutti al macello» di Salvatore Cardone. Tra gli amici che frequenta c'è Roberto Benigni: i due lavorano insieme già nel 1983 in «Tu mi turbi» diretto da Benigni che, nel primo episodio, veste i panni di un pastore che confessa al piccolo Gesù il suo amore per Maria (Braschi). Da quel momento faranno coppia fissa, benché si sposino solo nel 1991, in gran segreto, il 26 dicembre in un convento.
Per sua scelta la carriera cinematografica di Nicoletta Braschi rimane indissolubile da quella del marito che ne fa un'icona progressivamente cesellata da «Il piccolo diavolo» a «Johnny Stecchino», da «Il mostro» a «La vita è bella» del 1997 e poi nei film successivi. Ma Nicoletta dimostra la sua concretezza e completezza caratteriale facendosi anche produttrice e fondando insieme al fratello e a Elda Ferri la casa di produzione Melampo già nel 1991.
Sarebbe però un errore confinare la carriera di Nicoletta nel sodalizio con il suo compagno: ha un carattere forte e determinato, cerca una dimensione personale che la porta, già con Giuseppe Bertolucci nel 1985, in «Segreti segreti». Andrà alla corte di Jim Jarmusch («Daubailò» del 986 e «Mystery Train» del 1989), lavorerà con Marco Ferreri, Bernardo Bertolucci, il suo idolo Blake Edwards, Roberto Faenza, Marco Tullio Giordana, Paolo Virzì. Grazie a lui, con «Ovosodo» vince nel 1998 il David di Donatello. Un anno dopo le verrà dedicato anche un asteroide dagli astronomi, il 31605 Braschi. (ANSA).
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