«L’ombra di Caravaggio» Riccardo Scamarcio: «Io e il personaggio siamo simili»

Covermedia

19.10.2022 - 13:00

Riccardo Scamarcio
Riccardo Scamarcio

L’attore traccia un parallelismo con il suo personaggio Michelangelo Merisi nel film, in sala dal 3 novembre, diretto da Michele Placido e passato alla Festa di Roma nella sezione Grand Public.

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Riccardo Scamarcio si è sbottonato sul personaggio che interpreta nel film diretto da Michele Placido «L’ombra di Caravaggio», passato alla Festa di Roma nella sezione Grand Public.

«Ci sono molti punti di contatto tra me e Caravaggio. Ad esempio quello di essere due provinciali e di essere poi entrambi arrivati a Roma mossi da una passione autentica», spiega Scamarcio parlando del suo Michelangelo Merisi.

«È stato lo stesso Michele Placido però a darmi l'ispirazione: ho visto in lui una febbre, un'urgenza che mi ha trasmesso. Caravaggio l'ho visto un po' come un Elvis Presley, un ragazzo di provincia a cui ho voluto dare quella stessa febbre che ho io quando mi infervoro».

Un sogno fortemente voluto da Placido

In sala dal 3 novembre con 01, «L’ombra di Caravaggio» è il risultato di un sogno fortemente voluto da Placido. «Cinquantatré anni fa ho avuto l'idea di fare questo film. Un’idea nata a Campo dei Fiori all'ombra della statua di Giordano Bruno. Proprio lì dove partecipavo alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam e dove si chiacchierava spesso di politica», racconta il regista.

«Caravaggio, va detto, non è mai stato troppo amato dall'Accademia perché voleva distruggere la pittura così come era allora. In fondo ha percorso una strada molto simile a quella di Pasolini, era insomma dalla parte delle borgate, ma allo stesso tempo era anche un mistico».

A venire in aiuto di Placido ci ha pensato la Curia di Napoli, dopo un’iniziale rifiuto della Curia romana, permettendo così la realizzazione della pellicola costata 14 milioni di euro.

«Abbiamo mandato il copione (alla Curia di Roma, ndr), ma non abbiamo avuto riscontri positivi, così eravamo davvero scoraggiati. Io però, che sono meridionale – spiega ancora il regista – ho pensato a Napoli dove la Curia invece ci ha invece aiutato. Abbiamo così ricostruito ambienti di chiese romane in quelle napoletane, avvalendoci anche di riproduzioni dei suoi quadri i più fedeli possibili».