Intervista a tutto tondo Roberto Vecchioni sulla morte del figlio e sulla fede: «Fondamentale il rapporto con Dio»

Covermedia

29.2.2024 - 16:31

Roberto Vecchioni
Roberto Vecchioni

Nell’intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair, il cantante si confessa: «Credo che ci sia un'entità superiore, sennò non si spiegherebbe l'amore».

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Roberto Vecchioni, figura di spicco della canzone d'autore italiana, condivide riflessioni profonde e personali in un'intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair.

Tra le pagine di questa conversazione, il cantautore si apre riguardo momenti di commozione, riflessioni sull'invecchiamento, sulla musica e sulla famiglia, delineando un ritratto intimo di sé stesso e della sua visione del mondo.

Durante la trasmissione «In altre parole» condotta da Massimo Gramellini, Vecchioni si è lasciato andare a lacrime sincere, commosso dalla solidarietà degli studenti per la Palestina, repressi violentemente a Pisa.

«Lacrimare è un'azione che conosco bene, mi è accaduto innumerevoli volte, sia nel bene che nel male, ascoltando una canzone di Guccini o de André. In quell'occasione, la mia emozione è stata scatenata dal pensiero dell'ingiustizia di un mondo forgiato dagli uomini», confessa Vecchioni, riflettendo sulla capacità delle emozioni di trascendere gli eventi personali e toccare le corde dell'umanità condivisa.

Due eventi che hanno cambiato la sua vita

Nell'aprile scorso, la scomparsa del figlio Arrigo, affetto da bipolarità, e il compimento degli 80 anni a giugno, hanno segnato profondamente la vita dell'artista, che nonostante le avversità, ha continuato a esprimersi attraverso la musica e la scrittura.

Con la recente partecipazione al Festival di Sanremo insieme al giovane Alfa e la pubblicazione del suo ultimo libro, «Tra il silenzio e il tuono» (Einaudi), Vecchioni alterna lettere di un ragazzo al nonno con missive di quest'ultimo a personaggi storici e inventati, offrendo uno sguardo intimo sulla sua esistenza e le sue riflessioni.

«Il ragazzino sono io che narro la mia vita, ma in parte anche il nonno sono io», dichiara, offrendo una chiave di lettura personale alla sua opera più recente.

Il dialogo tra generazioni è un tema a lui caro

Il dialogo tra generazioni è un tema caro a Vecchioni, che si riflette anche nella sua collaborazione con Alfa a Sanremo. «Il padre di Andrea (De Filippi alias Alfa) era un pianista di piano bar che eseguiva spesso le mie canzoni.

La sua volontà di duettare con me mi ha colpito e ho accettato con piacere: «Sogna ragazzo sogna» era la canzone perfetta per intrecciare le generazioni, in una trasmissione di valori. Ho apprezzato la figura di questo ragazzo, lontano dalle perturbazioni di alcuni artisti rap o indie, antico ma con un linguaggio moderno. E i sogni non hanno età», spiega Vecchioni, sottolineando l'importanza del passaggio di testimone tra le generazioni.

Come nonno di quattro nipotine, Vecchioni si definisce un nonno presente e innamorato, evidenziando l'intelligenza e la curiosità delle piccole, che si sono appassionate ai miti greci, grazie ai racconti del nonno. «Chiedo: tu ti comporteresti come Ettore o come Andromaca? Come Prometeo o come Zeus?», dice, utilizzando la mitologia come veicolo per lezioni di vita attuali.

Sguardo al futuro con entusiasmo e gratitudine

All'età di 80 anni, Vecchioni guarda al futuro con entusiasmo e gratitudine per ogni nuovo giorno. «Ogni giorno in più non vale uno, ma venti giorni di vita in più, nel senso dello spirito, non del tempo», afferma, sottolineando come l'età non sia un limite alla capacità di godere della vita e costruire nuovi ricordi.

Il rapporto con la fede e la spiritualità occupa un posto fondamentale nella vita dell'artista, che vede in Dio una presenza che spiega l'amore e la forza dello spirito, anche nei momenti più difficili, come la malattia e la perdita del figlio Arrigo. «La fede mi ha permesso di comprendere che, tra tutte le fini possibili, quella era la meno faticosa, la più realizzabile».