Nell'anno opaco di Messi è sempre lui, CR7, al vertice di ogni classifica. Se ha dovuto cedere a Lewandowski il titolo stagionale, Ronaldo si è rifatto con la qualifica di giocatore del secolo (2000-2020).
Inoltre ha segnato più di tutti nell'anno solare, 31 gol in 28 gare (44 e 44 con tutte le partite) e quindi va a lui lo scettro del migliore del 2020 in serie A nell'anno del flagello covid. Ma sono tanti a fargli corona in una stagione che ha visto, per la gioia di Mancini, segnalarsi con encomio tanti azzurri. Nella classifica dei flop tanti pretendenti, ma la delusione più cocente è il danese Eriksen, arrivato come un profeta del pallone e rimasto ai margini del progetto Inter, e non solo per scarsa stima di Conte.
Tanti i protagonisti da battimani. In un ideale podio per 12 mesi vanno inseriti la 'Scarpa d'oro' Ciro Immobile, continuo e spietato sotto rete, e 'Speedy Gonzales' Theo Hernandez, rivelazione rimpianta dal Real Madrid. Si potrebbe completare la rosa dei magnifici sette con altri campioni dal rendimento costante: Lukaku si è preso sulle spalle l'Inter nei momenti grigi coadiuvato dalla caparbietà e dal talento di Barella. De Paul, ora anche regista, ha fatto il salto di qualità impedendo all'Udinese di affogare mentre solo il dissidio con Gasperini ha turbato l'anno magico di Papu Gomez, che delizierà altrove gli amanti del calcio. Discorso a parte per Ibrahimovic: solo i tanti infortuni hanno interrotto le esibizioni dello svedese che, a 39 anni, sa essere decisivo e si prepara per lo show a Sanremo.
Mentre Dybala e Bonucci non hanno ripetuto dopo agosto le esibizioni precedenti, altri hanno fatto il salto di qualità. Il Milan capolista si è esaltato con la classe di Calhanoglu, la sostanza di Kessie, il rendimento di Donnarumma (le sorprese degli ultimi mesi sono stati Calabria, Kjaer e Saelemekers). L'Inter si giova anche delle trascinanti folate di Hakimi, della continuità di Bastoni. La Juve ha tratto profitto dall'inserimento del promettente McKennie e del collaudato Morata, la Roma dalla classe di Mkhtaryan, dalla resurrezione di Spinazzola e dalla concretezza di Veretout. La spina dorsale dell'Atalanta champagne è formata da Gosens, Freuler e De Roon, ma pesano il ritorno di Ilicic e i gol dalla panchina di Muriel.
Torneo ad alti livelli per gli altri azzurri Insigne, Belotti, Locatelli e Berardi, per i portieri Silvestri, Consigli e Gollini. Nella Lazio la luce la dà Luis Alberto, nel Napoli Mertens segna tanto e Lozano da settembre ha incantato. Tra gli altri da segnalare i cagliaritani Nandez e Joao Pedro, i veronesi Zaccagni e Veloso, il torinista Singo, Letizia del Benevento e i goleador di Spezia e Crotone, Nzola e Messias.
Meno appariscenti le dolenti note, spesso mascherate da prove anonime, ma certo il flop di Eriksen ha stupito tutta Europa. L'Inter lamenta anche l'approccio di Kolarov scomparso dai radar di Conte dopo un inizio pessimo, il rendimento di Perisic, ripescato con alterna fortuna, mentre Nainggolan è rimasto ai margini e torna a Cagliari. L'altra grossa delusione, per il costo e la notorietà, è rappresentata da Arthur che non è mai riuscito a convincere Pirlo e i compagni. Male anche Bernardeschi i cui spazi si sono ridotti con l'arrivo di Chiesa, che solo ora comincia ad ingranare. Rendimento al di sotto delle aspettative per i torinisti Linetty, Lyanco, Rodriguez e Verdi. Pau Lopez non si è riscattato nella Roma, Pastore è rimasto al palo, nella Lazio Muriqi non si è inserito. Protagonisti fino ad agosto, hanno poi stentato Sirigu, Fabian Ruiz e Dybala. Hanno segnato il passo nelle nuove esperienze gli ex veronesi Amrabat, Rrhamani e in parte Kumbulla. E questa considerazione esalta il lavoro di Juric al Verona, protagonista in panchina con De Zerbi, Gasperini e Pioli. Male Giampaolo, gli esonerati Maran e Iachini. Sospeso il giudizio su Pirlo, che deve convivere con l'ombra di Sarri, cacciato dopo lo scudetto.