Altro che squadre stanche per le fatiche dell'Europa League di appena tre giorni fa: Roma e Milan sono squadre in salute, che vanno a mille e se le suonano di santa ragione, regalando spettacolo, occasioni (una montagna), gol annullati (due) e validi (3).
La spunta la squadra di Stefano Pioli che approccia la partita con famelica voglia di riscatto e cinica determinazione e che con i tre punti conquistati stasera si porta a -4 dall'Inter capolista. Per i giallorossi, che contro le big in questa stagione proprio non riescono a spuntarla, non c'è nemmeno spazio per le recriminazioni, se non in occasione del gol del vantaggio ospite, causato da un pestone di Fazio a Calabria che l'arbitro Guida valuta – con l'ausilio del Var – sulla linea dell'area, dunque da rigore. Farà infuriare il clan giallorosso anche un contatto nell'area ospite nel finale di partita.
La Roma non fa in tempo a scendere in campo che viene travolta dalla furia rossonera. Il Milan, in un lampo, confeziona tre palle-gol: al 3' con Theo Henandez impegna Pau Lopez; al 4' Tomori si fa annullare un gol per fuorigioco; al 5' un colpo di tacco di Ibra non finisce in buca per una questione di centimetri. Il pressing del Milan è selvaggio, i giocatori di Pioli sembrano degli invasati posseduti da una violenta furia agonistica, corrono a perdifiato in ogni zona del campo e mordono le caviglie agli avversari. Durerà?
In avvio si gioca in una sola metà campo: quella romanista. Al 17' tocca a Rebic impegnare Pau Lopez. La Roma non è pervenuta, se non per un tiro di Veretout (22') parato da Donnarumma. Al 27' il Milan rischia il gol dell'ex con Kjaer che, di testa, su angolo di Chalanoglu, colpisce la traversa. Un minuto dopo un altro gol annullato da Guida: questa alla Roma, per una spinta di Mancini su Theo Hernandez, prima che Mkhitaryan metta il pallone alle spalle di Donnarumma. Al 33' ancora Rebic impegna Pau Lopez in un volo per deviare in angolo.
La partita si accende e dà l'impressione di partorire, da un momento all'altro, il gol per premiare gli sforzi dell'una o dell'altra squadra. Il Milan ci prova e la Roma replica. E' uno stillicidio di occasioni, con i rossoneri (in una assai strana maglia azzurra) che però mantengono il comando delle operazioni. Il gol arriva nel modo meno atteso: su rigore. Fazio rifila un pestone a Calabria sulla linea dell'area, consulto Var, concessione del penalty e trasformazione del solito, infallibile Kessié.
Come se non bastasse nel secondo tempo il confronto fra le due squadre che puntano quantomeno a un posto in Champions diventa addirittura spettacolare: perché la Roma parte a tutta e, dopo soli 5', trova il pareggio con una magnifica conclusione di Veretout, che si conferma goleador tutt'altro che per caso, superando Donnarumma nell'angolo alto. Dura solo 8' l'euforia dei giallorossi che, al 13', tornano sotto dopo che Rebic riceve da Saelemaekers e incrocia da sinistra a destra, battendo Pau Lopez. Fra i due gol il Milan perde Ibra, che si ferma per un problema all'adduttore e chiede la sostituzione. I maligni penseranno a un malanno sanremese. Cattivi pensieri che non possono trovare riscontro, invece, nello stop – sempre per un problema muscolare – di Ante Rebic: la Riviera dei Fiori non aspetta il croato, bensì lo svedese.
Nel finale la furia è romanista, che lamenta la mancata concessione di un rigore per un contatto fra Hernandez e Mkhitaryan in area: Guida concede una punizione al Milan e ammonisce l'armeno per proteste. Lo stesso fantasista dei giallorossi, poco prima, aveva costretto Donnarumma a una parata assai complicata. La Roma getta il cuore nell'area del Milan e, alla fine, incassa l'ennesima mancata vittoria contro una parigrado. La sindrome ormai sembra essere diventata cronica.
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