
La dirigenza della Juventus non ha ancora messo in discussione il suo head coach nonostante l'ottavo posto in campionato. In Champions League i bianconeri sono tornati in corsa, per questo motivo ad Haifa non possono fallire.
Sembra che la grande Juventus debba giocarsi gran parte della sua stagione in terra israeliana, non una delle grandi nazioni del calcio, a dire il vero.
Ma martedì sera, i bianconeri saranno di scena a Haifa, contro il Maccabi, nella sfida valida per il girone H di Champions League. Se fino a una settimana fa la stagione della Juve in Europa sembrava oramai archiviata, il pareggio tra PSG e Benfica ha rilanciato la Vecchia Signora, che ora ha l'obbligo di vincere.
E se in Europa le cose non sono andate benissimo, fin qui, anche dentro i confini nazionali il club torinese continua a evidenziare limiti di concentrazione, sacrificio e cattiveria, per una squadra che fatica a trovare continuità. Forse anche problemi di leadership? Ha pensato di chiedere Sky Sport a Massimiliano Allegri.
«Questa è un'ottima squadra che deve crescere. Dopo tanti anni di vittorie c'è un tempo necessario per ricostruire, noi facciamo tutto il possibile per tornare a vincere il prima possibile ma al momento siamo ancora sull'altalena, dopo due vittorie qualcuno si era illuso».
La Juve è sì un insieme di ottimi giocatori - con alcuni campioni - ma fatica a essere una squadra. Per questo, comunque vada a finire in Israele - pesante sconfitta esclusa altrimenti lo scossone potrebbe portare a licenziamenti - l'allenatore e la dirigenza stanno pensando di portare tutti in ritiro fino al derby della Mole, che si giocherà sabato.
Quattro vittorie in 12 gare
In campionato la Juve ha racimolato 13 punti in 9 gare, pochi a dire il vero. Quattro sole le vittorie su 12 gare in totale, veramente poche, anche per una squadra in costruzione, se il suo nome è Juventus.
Allegri, sempre interrogato da Sky Sport, dice di non conoscere la vera natura del problema: «Se sapessi cosa non va sarebbe facile». L'allenatore difende comunque il gruppo: «Stiamo lavorando bene negli allenamenti. Dobbiamo fare in partita quello che facciamo in allenamento».
Allegri per ora non si tocca
Stando ai media italiani, nonostante la pressione dei tifosi, Allegri rimane - per ora - saldamente al comando... ma non lo sarà certo a ogni costo.

Anche Rabiot, ai microfoni di DAZN Sport, ha voluto difendere il suo allenatore: «È un allenatore molto forte, sa gestire bene il gruppo, anche fuori dal campo. Non tutti gli allenatori hanno questo, penso che sia un allenatore completo».
Posizione dell'allenatore a parte, sembra invece più difficile che la società di Agnelli intervenga pesantemente sul mercato di gennaio. Vale la pena qui ricordare che tra i vari indisponibili, vi sono Pogba e Chiesa, che dovrebbero tornare a disposizione dopo i Mondiali. Insomma, due pedine che potrebbero cambiare gli assetti della squadra più titolata d'Italia.