Travolto in casa dalla Fiorentina il Milan deve subire l'ira dei tifosi. La formazione di Marco Giampaolo ha finora raccolto 6 punti in 6 gare.
Se i cugini dell'Inter viaggiano a gonfie vele - 18 punti dopo 6 giornate di campionato il che equivale al primo posto in classifica di Serie A - la formazione diretta da Marco Giampaolo non ha certo iniziato la stagione nel migliore dei modi: 6 punti in 6 partite e 16esimo posto in classifica.
Milan-Fiorentina: 1-3
Domenica al San Siro è andata in scena l'ultima tragica e sonora sconfitta, per mano della Fiorentina - nona con otto punti - che è andata a segno con Pulgar su rigore, Catrovilli e infine Ribéry.
Sul fronte rossonero va annotata la parata di Donnarumma sul secondo rigore concesso ai viola, la rete di Leao al 80esimo e l'espulsione di Musacchio al 55esimo.
La quarta sconfitta in sei partite, la terza consecutiva, ha scatenato la rabbia dei tifosi rossoneri.
18 scudetti vinti, sette Champions League e tre Coppa Intercontinentali hanno generato generazioni di tifosi abituati a vedere la propria squadra sul tetto d'Italia, d'Europa e del Mondo. L'ultimo successo risale al 2011, quando guidati da Allegri i rossoneri vinsero l'ultimo scudetto. Da allora i supporters del Milan hanno da tempo dovuto accontentarsi a ben altri risultati.
«Questa società non ci merita»
Nonostante il mercato estivo facesse presagire un posto non certo da protagonisti, il claudicante inizio di campionato e la pesante sconfitta subita ieri in casa ha fatto imbestialire anche i tifosi più moderati.
I fischi, i cori e gli insulti non hanno risparmiato nessuno. Oltre all'allenatore Giampaolo e i giocatori sotto le critiche dei tifosi è finita anche la dirigenza; nemmeno la storia e i galloni stanno mettendo Paolo Maldini al sicura dalle critiche, la stessa cosa vale per Boban.
«Giampaolo non si tocca»
I due dirigenti hanno fatto sapere che Giampaolo non si tocca, un messaggio chiaro.
Il capitano del Milan Alessio Romagnoli cerca di calmare le acque e si mette dalla parte del mister: «In questi casi non c’è molto da dire perché l’unica cosa che serve è stare insieme. È chiaro che dobbiamo migliorare ma il gruppo non deve mollare mai. Oggi non siamo stati squadra, sembrava che ognuno giocasse per i cavoli suoi. Non so perché, ne parleremo in settimana. Il mister? Siamo con lui fino alla morte».
«Non è il Milan di Sacchi»
Alessandro Costacurta, ex bandiera del Milan e oggi opinionista televisivo, ricorda come la squadra di oggi non può certo annoverare i campioni del passato: «Il paragone con Sacchi e quel Milan, poi, non esiste: c’erano tanti campioni, Van Basten e Gullit... oggi chi c’è?».
«Giampaolo? Io lo terrei, ma ad oggi non si vede nulla», ha aggiunto il vincitore di sette scudetti e cinque Champions League con la maglia del Milan.