Conferenza stampa a Lugano per Fabio Celestini«Io ascolto i presidenti, ma poi le decisioni le prendo io»
bfi
3.10.2018
La presentazione di Fabio Celestini è avvenuta in un clima disteso, durante il quale il presidente Renzetti ha anche ricordato a tutti di non essere 'un orco'.
Dopo le tensioni del fine settimana e la cacciata di Guillermo Abascal, l’atmosfera in sala stampa a Lugano per la presentazione del neo allenatore Fabio Celestini era alquanto distesa.
Fabio Celestini non ha certo paura nel dire di avere un carattere forte.
Dunque non ascolta i presidenti?
Celestini: «Io ascolto, anche i presidenti, perchè credo sia giusto - ammette il neo allenatore del Lugano -, ma alla fine prendo le decisioni in cui credo io, e sono poi cosciente di dovermi assumere le conseguenze delle stesse».
Perchè a Lugano senza troppi indugi e senza condizioni?
«Io sono una persona che vive il calcio in maniera passionale e dunque preferisco lavorare in un ambiente che sotto questo aspetto mi rispecchia. Qui sento molta passione e voglia di far bene, forse più che a Losanna».
Da tempo a Lugano non c'era un allenatore che ha avuto una carriera importante quale giocatore?
Renzetti: «Non ci ho pensato. So che Celestini ha le doti del leader, e lo ha dimostrato anche da giocatore con la fascia da capitano. Celestini è portatore di valori importanti, per questo fu richiamato a Losanna.Queste sono le caratteristiche che mi hanno convito».
Il presidente 'tallonava' Celestini da anni?
Renzetti: «Intendiamoci, io condivido con gli altri le mie scelte. Non le prendo da solo. Le storie dell'allenatore e il presidente che non vanno d'accordo sono barzellette. Infatti, tre allenatori che sono già stati qui mi hanno telefonato per candidarsi... e non credo lo avrebbero fatto se io fossi un orco. Con Zeman non ho mai avuto problemi».
Difficile capire la posizione di un presidente
«Sono io ad inizio mese a dover preparare gli stipendi - racconta il presidente del Lugano - sono io a dover gestire un budget ridotto. È una questione di mantenere degli equilibri, questo è il mio compito. Da fuori certe cose non si possono vedere. Non si tratta solo di me, ma anche di tante altre relazioni che devono funzionare. Chi è all'esterno non può sapere di incrinature tra un allenatore e altri collaboratori; io ci devo mettere la faccia ... e i soldi».
Poi una frecciatina a Kubilay Türkilmaz
«Io mi trovo in una situazione diversa da Türkilmaz», così il presidente dei bianconeri . «Non posso pensare solo a giocare a golf e parlare di calcio in TV. Io ho le responsabilità di un presidente».
Renzetti e Abascal
«Io avevo scelto Abascal - racconta Angelo Renzetti -per la sua passione e le sue conoscenze; credevo in lui. Purtroppo il suo atteggiamento da saputello mi ha impedito di aiutarlo come avrei voluto. Non ha affrontato le difficoltà con modestia… peccato».
Celestini è pronto ad accogliere il presidente in panchina?
Domanda provocatoria. Celestini sorride.
Due parole su Janko
Celestini: «Dovrò capire perchè Janko non segna, dovrò parlare con lui, mi deve dire se è ancora pronto a sacrificarsi nel ruolo per il quale è stato portato qui a Lugano.».
La ricetta 'Celestini'
«Creare un forte spirito di squadra nello spogliatoio è importante. La forza delle mie squadre sta in questo, nella voglia di sacrificarsi per l'altro, per un obiettivo comune».