La Federazione internazionale di hockey su ghiaccio (IIHF) ha annunciato la sospensione della partecipazione di Israele a tutte le sue competizioni per garantire «la sicurezza di tutti i partecipanti», compresi gli israeliani.
«Dopo aver esaminato attentamente la situazione, il Consiglio dell'IIHF (ndr, la Federazione internazionale di hockey su ghiaccio) a deciso che, date le preoccupazioni sollevate sulla sicurezza di tutti i partecipanti ai Campionati, Israele non parteciperà più alle competizioni dell'IIHF», ha scritto la federazione in una dichiarazione.
La squadra di Israele avrebbe dovuto partecipare ai mondiali della divisione II-A in programma ad aprile in Serbia.
«In conformità con l'obbligo dell'IIHF di proteggere tutti i concorrenti e con il suo obbligo di attuare misure di sicurezza e misure sanitarie adeguate per raggiungere tale obiettivo, il Consiglio dell'IIHF ha deciso di sospendere la partecipazione della nazionale israeliana ai Campionati dell'IIHF fino a quando la sicurezza e il benessere di tutti i partecipanti (compresi gli israeliani) non possano essere assicurati», scrive ancora la federazione.
Questa decisione è stata presa dopo un confronto con i paesi partecipanti e il paese ospitante, precisa l'IIHF.
Israele non ci sta
Secondo il «Jerusalem Post», però, sembra che la IIHF abbia preso la decisione di escludere la Nazionale dai Mondiali dopo che il suo presidente, Luc Tardif, ha ceduto alle pressioni politiche esterne, tra cui quelle provenienti dalla Russia.
Di conseguenza, il presidente del Comitato sportivo israeliano, Simon Davidson, ha dichiarato che «si tratta dell'esclusione di un Paese nel suo complesso, che, secondo il Comitato Olimpico Internazionale, è illegale», definendo la decisione della IIHF «arbitraria».
«Purtroppo stiamo assistendo a una decisione pericolosa che puzza di antisemitismo sotto il pretesto della 'sicurezza degli atleti'», ha dichiarato Yael Arad, presidente del Comitato olimpico israeliano.
«Nelle conversazioni personali che ho avuto con il presidente della Federazione internazionale - ha continuato Arad, come riportato dal «Jerusalem Post» - ho assistito a una deludente mancanza di trasparenza, dettata da un intenzione nascosta, che non ha posto nello sport mondiale».
«Il Comitato Olimpico Internazionale conosce e sostiene le nostre posizioni e dunque non permetteremo che ciò accada. Non possiamo lasciare che la Lega israeliana di hockey su ghiaccio si ritrovi da sola in questa battaglia», ha dichiarato il presidente.
Anche calcio e basket
Dopo l'attacco senza precedenti commesso sul suo territorio da Hamas il 7 ottobre e l'inizio del conflitto che lo oppone al movimento islamista palestinese a Gaza, Israele ha visto molte delle sue squadre nazionali o di club costrette a giocare fuori del Paese le gare «in casa».
Ad esempio, il Macabi Haifa ha dovuto ricevere il Monaco in Eurolega di basket il 2 gennaio a Belgrado; nel calcio lo stesso club ha giocato contro il Rennes in Europa League a fine novembre «in casa» a Budapest, mentre la nazionale di calcio ha giocato sul campo di Felcsut in Ungheria una partita di qualificazione a Euro 2024 contro la Svizzera il 15 novembre.