Il caldo afoso di Tokyo ha fatto perdere le staffe al numero due del tennis mondiale.
Non è un segreto, purtroppo sino ad ora il caldo soffocante di Tokyo è uno dei grandi protagonisti di queste Olimpiadi. Gli atleti a soffrirne di più sembrerebbero essere i tennisti, come non hanno mancato di far notare gli stessi giocatori, obbligati a scendere in campo ad orari assurdi, proprio quando la temperatura raggiunge i picchi più alti.
Fra i più incavolati possiamo citare senza ombra di dubbio l’attuale numero due della classifica ATP, Daniil Medvedev. Nella sua ultima partita valida per gli ottavi di finale, giocata contro l’italiano Fabio Fognini, il russo si è infatti scagliato polemicamente contro l’arbitro.
«Posso finire la partita, ma posso anche morire. Se muoio di chi è la responsabilità?», così ha sbottato Medvedev rivolgendosi al giudice di sedia, secondo lui colpevole di non interrompere il match nonostante il caldo asfissiante del pomeriggio (oltre 30°C).
«Penso che sia stata la giornata più afosa che abbiamo vissuto sino ad ora, forse anche la più calda», ha infine spiegato il russo al termine del match, vinto col punteggio di 6-2 3-6 6-2 dopo due ore e 26 minuti di sofferenza.
La Federazione Internazionale di tennis sembra finalmente aver dato ascolto ai reclami dei giocatori, tra cui la spagnola Paula Bardosa che, vittima di un'insolazione e disidratata, è stata costretta a dare forfait e abbandonare il campo su una sedia a rotelle. Di conseguenza da giovedì le prime partite inizieranno alle 15:00 anziché alle 11:00, al fine di evitare di esporre i tennisti alle ore più calde della giornata.