Dopo il 1984, quando Michela Figini aveva conquistato la medaglia d'oro in discesa alle Olimpiadi di Sarajevo, il Ticino torna a tingersi d'oro grazie alla brillante prestazione di Lara Gut-Behrami nel super G di Pechino.
«È tutto un po' confuso - ha commentato ai microfoni della RSI la fresca campionessa olimpica pochi istanti dopo il termine del super G - prima c'è stata la tensione al cancelletto di partenza e in gara, poi la tensione al traguardo. Una volta arrivata in fondo pensavo di nuovo di non aver fatto abbastanza».
«La pista era più facile da sciare di quanto avevamo visto in precedenza. Temevo di finire quarta o seconda per due centesimi. Adesso esce piano piano l'emozione, è incredibile», ha poi proseguito la ticinese, che è salita sul gradino più alto del podio del super G olimpico davanti all'austriaca Mirjam Puchner e alla connazionale Michelle Gisin.
In un momento storico per la Svizzera e il Ticino, ma soprattutto per la stessa sciatrice, Lara Gut-Behrami sa esattamente come assaporare questa medaglia d'oro, perché il dolce gusto della vittoria lo si apprezza davvero, solo dopo aver traghettato in acque tempestose. «Molte volte le cose vanno male - ha infatti raccontato la 30enne - mi rendo conto che in quei momenti faccio penare anche chi mi sta attorno e cerca di aiutarmi. Adesso ho vinto, ma nel complesso è più il tempo dove si perde o si prendono delle mazzate, quindi adesso è bello godersi questo momento speciale».
«Solo con il tempo realizzerò l'importanza di questa medaglia», ha poi spiegato la ticinese, che è la prima atleta elvetica, fra uomini e donne, a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi nel super G.
«Per me è fondamentale poter condividere questo momento con la mia famiglia, perché nei momenti difficili non sono da sola ma lo stesso vale anche quando le cose vanno bene. È anche grazie a loro che riesco a sciare ancora ed essere ancora qua», ha poi concluso la nuova campionessa olimpica.